Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      aveva, siccome noi dicemmo di sopra, mosso in Piemonte, Si parti quanto più tosto potette da Napoli, e se ne venne a Rotila, là dove papa Paolo III l'aspettava sicuramente, dimostrando in questo (siccome dimostrò più volte in molte altre cose che nel suo papato avvennero) d'aver animp veramente romano, perciocch' egli ebbe ardire senza forze forestiere, e senza alcuno altro aiuto, d'aspettare in Roma un imperadore armato , vittorioso e di tanta riputazione di quanta fu, e meritamente, Carlo V ; laddove gli antecessori suoi da molt' anni in qua non avevano ardito giammai d'aspettare in Roma principi secolari armati, di molto minor grandezza, potenza e riputazione che non era allora l'imperadore predetto; e se pure gliele avovano aspettati , s'eran prima provveduti dell' armi e dell1.aiuto di qualcun altro principe secolare , il quale fusse lor paruto bastevole a difendergli da quello che volevano attendere in Roma. Giunse adunque Cesare- in Roma d' aprile, e andò a far riverenza al pontefice, e si dolse assai con sua santità dinanzi a tutto 'I concistoro de' cardinali , e di tutti gli ambasciadori della Cristianità, ch'erano quivi presenti, del re di Frapcia, dimostrando quanto a torto quel re cristianissimo gli avesse rotti lutti gli accordi eh' egli aveva fatti seco più vqlle , e massimamente allora, avendo senza cagione alcuna cacciato dello stalo suo.il duca di Savoia suo cognato (1) e assalito il Piemonte;.perchè egli era deliberato d'andare sopra sua maestà, e d'adoperar sì , eh' egli, o lo caverebbe del regno di Francia , o che egli diverrebbe il più tristo gentiluomo di tutta la Cristianità. Poiché Cesare ebbe così dello;, tutto nel viso turbato e minacciando , gli ambasciadori franzesi , eh'eran quivi alla presenza ,.si levarono in piedj per rispondere a tutto quel che l'imperadore aveva detlo contro al lor re. Ma il papa impose lor silenzio , e rivolsesi a Cesare , e abbracciandolo Io pregava strettissimamente, che volesse por giù tutti gli sdegni e tutti i crucci presi coi re di Francia, e riceverlo per fratello, il che* acciocché si facesse, egli come padre comune di lutti i Cristiani s'adopererebbe a suo potere. Ma sebbene il pontefice porgeva in apparenza mollo efficacemente queste preghiere a Cesare , si crede nondimeno, ch'egli avesse caro che fosse nata quella guerra tra lui e '!• re di Francia, avvisandosi che , essendo quei duo principi nimici 1' uno dell' altro, la riputazione sua ne fosse per divenir molto maggiore appresso 1' uno e 1' altro di loro, e per conseguente di dovere avere da eiasebedun di loro due tutto quello ch'egli richiedesse loro, pel timor grande che doverrebbono avere; che se 1' uno di loro negava di dargli quetl ch'ei domandava, ei non si vol-
      (4) Carlo III avea sposato nel Beatrice di Portogallo sorella dell' imperatrice.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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