Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUINDICESIMOEra venata la notte destinata da1 fati air infelicissima morte del duca Alessandro, la quale fu traile cinque ore e le sei del sabato che precedette la Befaoia, il sesto giorno di gennaio (secondo il costume de'Fiorentini , i quali pigliano il giorno tosto che 'I giorno è ito sotto) dell' anno 4 556, non avendo egli fornito ancora il ventesimosesto anno della sua vita ; la qual morte io (perchè se ne favellò e scrisse diversamente) racconterò con maggior verità , aveudola udita e da Lorenzo stesso nella villa di Paluello otto miglia vicina a Padova, e da Scoronconcolo medesimo nella casa degli Strozzi in Vinegia ^ da' quali soli, e non da altri si poteva, se mentire non volevano, il chea me non parve, la certezza di questo (atto sapere ; il quale prima che io racconti, giudico esser ben fatto di ragionare alquanto della vita e costumi di lui.
      Nacque Lorenzo in Firenze l'anno 4514 agli ventitré di marzo , di Pierfrancesco di Lorenzo de' Medici, bisuipote di Lorenzo fratel di Cosimo, e dì madonna Maria figliuola di Tommaso di Paolantonio Soderi-ni, donna di rara prudenza e bontà, dalla quale, essendogli il padre morto a buon'ora, fu con somma cura e diligenza allevalo ; ma non prima, imparato le prime ed umane lettere, le quali egli, che ingegnosissimo era, apparò con incredibile agevolezza, fu uscito di sotto la custodia della madre e del maestro, che cominciò a mostrare un animo irrequieto, insaziabile e desideroso di veder male, e poco appresso dietro la norma e disciplina di Filippo Strozzi, a farsi beffe apertamente di tutte le cose, cosi divine come umane; e dimesticandosi più volentieri con persone basse, le quali non solo gli avessono rispetto, ma gli andassono a1 versi, che con altri suoi pari, si cavava tutte le sue voglie* e massimamente ne' casi d' amore, senza rispetto alcuno o di sesso, o d' età, o ili condizione, e nel segreto , sebbene accarezzava fintamente tutti, non


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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