Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      356 STORIA FIORENTINAistimava nessuno : appetiva stranamente la gloria, e non lasciava tratto nè a dire nè a fare, onde credesse di potersi acquistar nome o di galante, o d'arguto; era scarso della persona, e anzi mingherlino che no, e per questo se gli diceva Lorenzino ; non rideva, ma ghignava, e tutto che egli tosto fosse più graziato che bello, avendo il viso bruno e maninconico (1), nondimeno fu nel fiore della sua età amato fuor di modo da papa Clemente, e contultociò ebbe animo (sccondochè disse egli stesso, poiché ebbe ucciso il duca Alessandro ) di volerlo ammazzare. Condusse Francesco di Raffaello de'Medici, rivale del papa, giovane di bo-nissime lettere e di grandissima speranza, a tale sterminio, che uscito (juasi di se, e divenuto il guoco di tutta la corte di Roma, ne fu rimandato per minor male, come mentecatto, a Firenze.
      In questo tempo medesimo incorse nella disgrazia del papa e nell'odio di tutto M popolo romano per questa cagione : trovandosi una mattina nell'arco di Costantino e in altri luoghi di Roma molte figure antiche senza le loro teste, Clemente montò in tanta collera, che comandò (non pensando che fosse stato egli ) che chiunque fosse colui che tagliate l'avesse, eccettuato solo il cardinal de' Medici, dovesse esser subitamente senz'altro processo appiccato per la gola , il qual cardinale andò a scusare al papa Lorenzo, come giovane e desideroso , secondo il costume de' loro maggiori, di colali anticaglie, e con gran fatica potè raffrenar l'ira sua, chiamandolo l'infamia e'I vituperio della casa de' Medici. S'ebbe nondimeno a partir di Roma Lorenzo , ed ebbe due bandi pubblici , un» da i caporioni, che non potesse stare in Roma mai più, l'altro dal senatore, che chiunche 1' uccidesse in Roma , non solo non dovesse esser punito, ma premiato; e messer Francesco Maria Molza, uomo di granii1 eloquenza e giudicio nelle lettere greche, latine e toscane, gli fece un' orazion contra nell'Accademia Romana, trafiggendolo latinamente quanto seppe e potelte il più.
      Tornato Lorenzo a Firenze, si mise a corteggiare il duca Alessandro, e seppe con esso cosi ben fingere, e così bene si sottomesse al duca in tutte le cose e per lutti i modi, che gli diede a credere eli'e' gli facesse la spia da dovero, tenendo simulatamente segrete pratiche co' fuorusciti, ed ogni giojmo mostrandogli lettere, or da questo ricevute , or da quell'altro di loro; e perchè si mostrava di vilissimo cuore, noa volendo, non che portare o maneggiare armi, sentirle ricordare, il due»
      (I) Vedevasi ancora sullo scorcio del secolo spirato in Padova il ritratto di Lorenzino dipinto per mano di Stefano dall'Areere sulla facciata della or demolite chiesa del Betel emme. Era quel giovine di pel rotso e riccio posto gmoechioM li > *t« di adorare ta B. V.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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