Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO QUINDICESIMO 363
quali coloro fossero, i quali dovessero essere per gli loro meriti o demeriti , o premiati o puniti, e per le case ancora si facevano delle raguna-te a cheticliegli, e si dicevano diverse cose , secondo la diversità -degli umori. A una incredibile confusione di tulle le cose, tra letizia e dolore, speranza e timore, s'aggiunse che i frali di San Marco e la parte pia* jgnona, tosto che fu chiarito il duca esser morto, si risenti tutta, e pieni di baldanza andavano dicendo a chiunche riscontravano, non solo per le chiese, ma per le vie : Questo esser quello, che spirato da Dio aveva tanC anni innanzi predetto il Frate; e che si conoscerebbono ora e adempierebbono le sue verissime profezie ; e che Firenze non solo ricupe' rerebbe la sua antica libertà , ma la si goderebbe in eterno con tutte quelle grazie e felicità che al popolo fiorentino erano state da Dio per la bocca di lui profetale e promesse ; e trovavano molti i quali per semplicità le credevano, e molti che per astuzia facevano le viste di crederle.
Bagionavasi della vita e costumi d' Alessandro per tutta la città, ma diversamente, secondo la diversità delle passioni di coloro i quali erano stati o ingiuriali o beneficali da lui. Io, dovendosi credere più a'fatti che alle parole, avendo scritto di sopra tutte V azioni sue sinceramente , lascerò che ognuno ne giudichi a senno suo ; non voglio già lasciare tre concetti e proponimenti ch'egli avea nell'animo, d'infinita utilità a tutta la dizione fiorentina, li primo de'quali era, ch'egli voleva che tutti gli strumenti pubblici e scritte private non si potessero nè rogare nè scrivere, se non in lingua volgare, acciocché ognuno gli potesse intendere, essendosi trovato per esperienza, che l'ignoranza de'notai, e talvolta la cattività, era di grandissimi danni cagione, senza che nessuno o accorgersene potesse, o rimediarvi ; parendoli strana cosa e da dover essere ammendata , che mai in Firenze non s' era fallo testamento nessuno da persona alcuna , eziandio da i dottori medesimi , nè con tante cautele, nè così solenne, che non vi si fosse dubitato sopra4i piatito. Il secondo, che egli non voleva che a libro nessuno o di mercante o d' altri si prestasse fede, se appiè della partita non vi fosse sottoscritto il debitore , o, non sapendo egli scrivere, altri per lui di consentimento suo : giudicando cosa mollo pericolosa, che ognuno potesse scrivere in su1 suoi libri , senza esser veduto da persona, tutto quello che bene gli mettesse, e nel modo che più gli piacesse , essendosi ritrovati alcuni che avevano , parie scritto partite false, e parte riscosso le vere due volte, prima da'propri debitori, e poi dopo la morte loro dagli eredi. Il terzo era , che chiunque pretendesse per qualche cagione azione alcuna sopra beni immobili, dovesse fra tanto tempo averlo notificalo, perchè voleva che a qualunque avesse posseduto o po-
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