Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentinaderi o case tanto tempo, non potesse esserne più molestato; avendo eognosciuto che pochissimi sono quelli a Firenze, e forse nessuno , i quali abbiano cos' alcuna la qual sia totalmente loro, e la possano vendere legittimamente, rispetto a doli, o fidecommissi, o altre obbligazioni, senza promettere l'evizione, o d'avere a rinvestire i danari. S»; queste cose eran vere, com' elle si dicevano , a me pare che sopportasse la spesa , per utilità pubblica , che Lorenzo lasciasse vivere il duca, o almeno si fosse indugialo tanto a ucciderlo, ch'egli l'avesse pubblicate e mandale ad effetto : e so bene anch'io, che in tutte le cose nascono e vi sono fatte nascere delle difficoltà e de' pericoli : ma i principi, quando vogliono, possono assai cosi nel bene come nel male \ ed i minori mali , se non son veramente , s' hanno nondimeno a pigliare in luogo di beni.
      Ma per tornare donde partii, slava ognun sospeso aspettando quello che i quarantotto , i quali chiamali da i mazzieri. s' erano nella sala di sopra del palazzo de' Medici , dove abitava il cardinale , ragunati, deliberarono. Ma eglino, essendo di quarantotto pareri, convenivano in questo solo di non volere il consiglio grande ; e perchè erano sazi ancora del duca , se non fosse stala la paura che avevano incredibile dentro del popolo , e fuora degli usciti, mai accordati a cosa alcuna non si sarebbono. Domenico Canigiani propose che in luogo del duca morto si dovesse sostituire il signor Giulio suo figliuolo naturale; ma nessuno fu che non facesse o bocca da ridere, o sembiante pieno di sdegno, perchè, oltrachè non aveva ancora cinque anni passati, si sapeva che questa sarebbe stata la voglia del cardinale , come quegli che sperava di doverne esser tulore, e governar la città lunghissimo tempo; e si pensava che Domenico avesse ciò fatto o persuaso da lui, o per gratificarselo, sappiendo che egli gli faceva piacere. Fu dopo costui proposto il signor Cosimo de'Medici, il quale, non sappiendo nulla di queste cose , si trovava nel Mugello lontano da Firenze quindici miglia, nella sua villa del Trebbio. A questa proposta si risentirono tutti, e guardandosi in viso 1' un 1' altro, pareva che fussino per doverlo accettare, sapendo ciascuno che essendo egli dopo Lorenzo il più prossimo, a lui toccava , anzi era ricaduto il principato, secondo la dichiarazione dell' imperadore. Ma Palla Rucellai, senz' alcun dubbio in favore di Filippo Stròzzi, al quale era obbligato , s' oppose gagliardissimamente , dicendo che, essendo fuora tanti cittadini e (ali, non gli pareva che si dovesse deliberare di cosa alcuna, non che di questa la quale era di cosi grand'importanza , e che , quanto a lui, mai senza loro non ne vincerebbe nessuna. Parve questa sentenza mollo fuora di proposito, e da dove** partorir tutto'1 contrario di quello che da loro si cercava ; onde fi«
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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