Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
370 STORIA FIORENTINAlieto viso c con forte animo a veder quello che di me disponessero i noli quando voi mi partoriste, rendendovi certa che, qualunque caso seguire me ne debbia, io mostrerò d' aver avuto più a cuore la salute pubblica e la contentezza universale, che a cura la grandezza privala e l'esaltazione mia particolare.- »
Non fu prima arrivalo Cosimo dal cardinale, eh' egli io tirò da se e lui nel verone che riguarda in sulla piazza di San Lorenzo, e con molle buone parole gli fece agevolissimamente promettere che, in caso ch'egli fosse eletto principe , osserverebbe giusta sua possa queste quattro eose: Fare indifferentemente giustizia ; noti si levar dall'autorità di Carlo V; vendicar la morte del duca Alessandro ; e trattar bene il signor Giulio e la signora Giulia suoi figliuoli naturali. Le quali promesse osservò poi il duca Cosimo, come si vedrà poi di mano in mano ne' libri seguenti, compiutissimamente tutte. 11 cardinale , lasciatolo quivi solo a passeggiare, entrò nella pratica, e servendosi per principio di quei duo versi di Virgilio del sesto libro dell' Eneida, cominciò come gli era stato insegnato :
Primo avulso non deficit alterAureus, et simili frondescit virga metallo ;
Poi seguitando soggiunse:
« Sanno molto bene le signorie vostre, nobilissimi e prudentissimi senatori, in qual pena e in quanto pregiudicio cadreste voi e tutta questa città, se al decreto si contraffacesse di Cesare: laonde io non polendo per la moltiplicazione delle varie faccende, nè volendo senza il consentimento del pontefice usare l'autorità dalle prestanze vostre liberamente e liberalmente concedutami, le conforto e le consiglio, le prego e se posso le gravo , che loro piaccia, secondochè nelle Bolle e nell1 investitura dell'imperadore apertamente si contiene, eleggere, che dico eleggere , essendo egli di già eletto da Carlo V proprio ? ma ricevere e confermare successore del duca Alessandro il signor Cosimo de'Medici, come, tolto via il traditore, più propinquo.e di più tempo che alcun altro. Ed è speziai grazia di Dio, e grandissima ventura di questa città, che colui, il quale voi, qualunque egli si fosse , sartste forzati a ricevere e confermare , non volendo contravvenire alla volontà e deliberazione dell'imperadore, è.tale da tutte le parti, che voi, quando bene costretti non foste, dovereste riceverlo e confermarlo ad ogni modo, per la salute di questa misera e tanto travagliata città , la quale , se non Si fa questa resoluzione tostamente , sarà senza dubbio nessuno avarissimamente saccheggiala , e forse ancora crudelissimamente abbruciata tutta. »
Venutosi al cimento delle sentenze, i capi principali per venire ali'in-
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