Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      \> loro non acconsenlivano del tulio, nè dissentivano affatto , ma an-mettendo innanzi considerazioni e difficoltà , inSnochè Palla, » nel medesimo proponimento, disse arditamente che non voleva *Ma repubblica nè duchi, nè principi, nè signori, e per mostra-ion aveva la liugua discrcpante dal cuore , nè i fatti discrete parole, prese una fava bianca, e, mostratala a tutti, dissesta è la mia sentenza] allora il Guicciardino e'I Vettori conciarono, come avevano fatto il giorno innanzi, ad avvertirlo e riprenderlo, ma alquanto pili vivamente, dicendo che la sua fava non valeva più che per una ; per lo che egli rispose loro : Se voi avevate consultato tra voi, e deliberalo quello che fare volavate , non occorreva chiamarmi; e rizzossi per uscir del consiglio; ma il cardinale con dolce forza lo ritenne dicendogli che considerasse fra qnant' arme si trovavano , e quello ehe succedere ne potrebbe; rispose che aveva passalo sessanladue anni, sicché poco male oggimai gli potevan fare. Fra queste allegazioni messer Francesco e gli altri tre, e con loro messer Matteo Niccolini, si ritirarono eom'eratv convenuti in una camera, e quivi fermarono le condizioni , le quali furono : Che il signor Cosimo figliuolo del signor Giovanni de* Medici si dovesse chiamare non duca, ma capo e governatore della repubblica fiorentina ; dovesse quando slava fuora della città , lasciare il suo luogotenente, non forestiero,, ma Fiorentino : gli dovessero esser pagati pei' suo piatto ogni anno dodicimila fiorini d* oro, e non più, avendo il Guicciardino, abbassando il viso e alzando gli occhi, detto : Un dodicimila fiorini d' oro è un bellò spendere. Ed elessero otto cittadini per consigliarlo, e per rassettar le cose della città e del dominio , i quali furono : messer Francesco Guicciardini, messer Matteo Niccolini, Ruberto Acciaiuoli, Matteo Strozzi, Francesco Vettori, Giuliano Capponi, Iacopo Gianfi-gliazzi e Raffaello de' Medici.
      Le quali cose furono accettale subitamente dal signor Cosimo; e con tutto questo v'eran dt quegli che andavano adagio a voler rendere il partito , e di queMi che movevano deHe dubitazioni e difficoltà, tra' quali maggior resistenza facevano Francesco Valori e Giovanni Corsi ; perchè il signore Alessandro, che stava dinanzi all' uscio tutto armato, intentissimo a tutto queHo che si diceva e faceva, fece nascere a bella posta , secondochè si disse , unn zuffa nella strada , e un gran romo-reggiar d' arme nel cortile fra'soldati, ma la /uffa in verità nacque a caso da un mulo d'un carbonaio; è ben vero che si senti dà-tutto'-il consiglio una voce, di chiunque sì fòsse , pCr le fèssine della porta, che disse altamente: Speditevi tosto, speditevi tostò, che i soldati non si posson più tenere né raffrenare. Allora si mise e fuito uni-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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Snoch Palla Guicciardino I Vettori Francesco Matteo Niccolini Cosimo Giovanni Medici Fiorentino Guicciardino Francesco Guicciardini Matteo Niccolini Ruberto Acciaiuoli Matteo Strozzi Francesco Vettori Giuliano Capponi Iacopo Gianfi-gliazzi Raffaello Medici Cosimo Francesco Valori Giovanni Corsi Alessandro Speditevi Fra