Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      376 STORIA. FIORENTINAqual venuta , perchè fu tenuta cosa miracolosa, e senza dubbio fu quella che spinse, comesi dice, la pedina, bisogna sapere, che tra papa Paolo III e'1 duca Alessandro ( sebbene con pari astuzia 1' uno e ' altro dissimulava ) era grandissimo odio e rancore, e le cagioni di co-tal ruggine eran queste : Il principal intendimento del papa era, secondo I' uso de' pontefici, di voler far grande per tutti i versi la casa Farnese : di già aveva disegnato il signor Pierluigi, suo figliuolo, gonfalonier di santa Chiesa, non ostante ch'egli, per essere stato casso dal marchese del Vasto con ignominia dalla milizia, fusse uomo infame, e coperto di tutte le più brutte scelleratezze; e perchè aveva in animo di tórre Parma e Piacenza alla Chiesa, per investimelo duca, andava pensando e investigando il giorno e la notte come egli potesse ciò fare con alcuna, se non vera -, almeno apparente cagione, e vcggendo che lo starsi egli di mezzo tra l'imperadore e '1 re cristianissimo , per 1' odio immortale che già tant' anni crudelissimamente ardeva tra questi due principi, con infinito danno di tutta la Cristianità, di che essi curavano poco, era a lui non solo onorevole , ma utile, con tutto che Cesare, per amicarselo , avesse donato la città di Novara al figliuolo , non perciò s'era voluto scuoprire in suo favore, anzi pareva che con speranza di dover cavare altrettanto, o più dal Cristianissimo, aderisse alle cose franzesi. AI duca Alessandro, il quale era di gran cuore e d' animo libero , non andava per la testa in servigio , anzi in disservizio suo e del suocero, questa neutralità, e gli era uscito di bocca che bisognava che '1 papa non gli tenesse più in ponte, ma che oggimai per ogni modo si dichiarasse.
      A questa cagione pubblica se n' era aggiunta un' altra privata , perchè a Paolo, dopo la morte del cardinal de'Medici, nou era bastato dividere tutti i suoi benefizi con sì grosse entrate tra i suoi due nipoti, ma voluto ancora, sotto nome di spoglie, tutta la guardaroba per sè, nella quale erano moltissime e bellissime anticaglie di tutte le sorte, delle quali Alessandro, se non peraltro, per mostrare d'essere disceso da'suoi maggiori, si dilettava , o mostrava di dilettarsi non poco, e perciò l' aveva chieste in vendita o tutte o parte, e fatte chiedere più volte a sua santità. Ma egli, il quale essendo asceso a quel grado tanto desiderato, ed olirà il quale poggiar più allo non si può, siccome non aveva bisogno d' alcuno più, cosi non istimava più persona, e nel vero troppo o avaramente, o scortesemente, se ne fece beffe, e poco di poi le fece vender pubblicamente allo'ncanto, della quale ingiuria non si potrebbe dir quanto se n' accese Alessandro. Ma perchè egli sapeva che le parole senza le forze son vane , e che le minacce non fanno altro che armare il minacciato , aveva segretissimamente ordinato di far venire quelle genti, con animo d' assaltar le castella del papa, sì per vendicarsi, e sì per farlo stare in cer-
     


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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