Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO QUINDICESIMO* 389
si fanno i signori delle compagnie per ctarnovsfey o* non giT parendo che egli gli deferisse e si confidasse in lui quanto doveva a un marito d'una sua sia, ancorché fosse molle ed effeminato uomo», si parti di Firenze Filippo de' Nerli, e andossene a Roma ; il che diede ( tanto eran tenere in quel principio le cose) qualche sospetto, e massimamente a coloro i quali ogni menomissima occasione pigliavano per grandissima. E qui, prima che io proceda più oltre voglio lasciar testificato che in Firenze non era cittadino alcuno, o sì vile o si da poco , non che i nobili e i valenti, il quale non si fosse tetto a credere non solo di sapere o potere, ma di dover governar a bacchetta il signor Cosimo; nella qual cosa quanto rimanessero ingannati tutti, dichiareranno di tempo in tempo le azioni sue : conciosiaeosachè eglino, i quali erano usi a esser piaggiati da chi governava, trovarono uno , il quale colla prudenza, giustizia e autorità sua, volle, seppe e potè comandargli.
Udita la morte del duca non mancarono i Pistoiesi ( secondo il consueto costume) della lor solita sanguinosissima crudeltà, la qual passò in questa maniera: Trovavasi in Firenze quando fu ammazzato il duca Alessandro, Francesco Brunozzi e Baccio, chiamato Baccino , Bracciolini per soprannome Mento, i quali, venuta questa occasione tanto lor più cara, quanto meno aspettata, consigliatisi tra sè, fecero capo a Ottaviano de'Medici ; e Baccino col mezzo di Giorno fu cavato nascosamente per la fortezza con una lettera al commessario di Pistoia , il quale era Giovan-francesco de'Nobili; giunto il firacciolino con alcuni compagni, levati da lui per la via, in Pistoia , dove non s'era ancora della morte del duca novella nessuna sentita, la prima cosa eh' egli fece, fu rappacificarsi cot proposto de' Brunozzi, e conferito il tutto con Giovanni e con CammiHo Cellesi, convennero, sotto colore di volersi impadroni re della città, per mantenerla nella devozione della parte de' Medici, ammazzare de' Cancellieri quanti potessero il più; e per colorire questo lor barbarico di* segno, fecero agli otto di gennaio ragunare occultamente i primi della fazione Panciatica, i quali furon questi : Giovanni e CammiHo di Marinilo Cellesi, Possente e Bartolommeo di Pieragnoio, e Annibal di Francesco Brunozzi, Francesco, chiamato Cecchino, di ser Ambrogio' Bisconti, Pierfrancesco d' Ulivieri Panciatichi, chiamato il Turco, Bartolommeo di Bernardino, Bartolommeo di Bellino, e Baccino di Girolamo, tutti e tre de'Bracciolini, Simon della Cappellina , Magnino e Bernardo Gori, e alcuni altri ; i quali Catto tre parti di loro, i capi delle quali furono Gio-van Cellesi, Baccio Bracciolini ed il proposto de' Brunozzi, dintorno alle sedici ore usciron fuori delle case de'Cellesi, e discorrendo per tutto li frequentato della città, uecisèro in poco d'ora con non credibile cru- : deità, Desiderio Tonti, Giuliano di !»uca Buonvassalli, Iacopo Fioravanti,
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