Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      S9G STORIA FIORENTINAvolontà del re, e che un giorno se ne pentirebbono. Tutti gli altri dicevano che sua signoria parlava bene , e che era da fare senza indugio tutto quel ch'ella proponeva: ma Filippo, il quale aveva altr'animo, c sapeva che senzq lui non si poteva, rispetto al danaio, determinar cosa alcuna, andava mettendo tempo in mezzo, propónendo nuovi partiti, e allegando diverse difficoltà ; intantochè papa Paolo , veggendo che non conchiudevan nulla, e stimolato dagli oratori e agenti cesarci , fu costretto per parere d' osservare la sua solita neutralità, di far loro intendere che se non si partivano di Bologna da se, sarebbe forzato a fargli partire; perchè Ridolfi se ne tornò a Roma, e Salviati e Caddi e Filippo si ritirarono prima in Ferrara e poi in Vinegia.
      Comparse in questo mentre messer Piero Strozzi del Piemonte con più di cento soldati, la maggior parte Fiorentini, e quasi tutti fuora-sciti, ed esercitati in su la guerra, nè si potila credere quanto egli era caldo in su questa impresa , sì per l' onore eh' egli sperava di doverne trarre, essendo ambiziosissimo e pretendendo il titolo della liberta, e sì massimamente per mantenersi la grazia del re Francesco e del Delfino suo figliuolo, la quale egli per mezzo di madama Caterina sua cugina, e mediante l'opere sue s'aveva acquistata grandissima; ma non fu stati in Bologna mofti giorni, che alcuni cominciarono a dire, parte in segreto , e parte in palese, ch'egli era d' accordo col padre, e non amava la libertà', la prima deHe quai cose era falsa ; della seconda non so che dirmi : so bene, eh' egli in quel tempo se ne mostrava affezionali* simo , e nondimeno aspirava, secondo un Hbpo che messer Donale Giannolli avea composto del Governo della repubblica fiorentina, a maggior grado che privato, il che poi scoperse di mano in mono più chiaramente ; onde egli, parte per levarsi questo nomo da dosso, e parte perchè P ambasciadore franzese essendo andato a Ferrara s'era doluto di tanto indugio, mostrando quanto cotal freddezza fusse per dispiacere al suo re , si trasferì in Ferrara, e quivi in presenza del cardinal Salviati e dell'ambasciadore , disse a Pippo ( chè eo6ÃŒ lo chiamava) di male e seonce parole , e trall'altre, ch'egli non tosse mai più tanto ardilo, che osasse di chiamarlo suo figliuolo, perchè non era possibile eh' egli fosse nato d'uomo tanto vile ; e fu oppenione die se il cardinale e 1' ombasciadore non vi si fossero interposti, egli sarebbe proceduto più oltre: e fatto questo, se ne t<*nò Uitlo pieno di collora a Bologna, dove Filippo tutto afflitto gli venne dietro , e con gran fatica impe,ro per me*zo di Cecqon»de' Pawi e di Benedetto Varchi di potergli faveJ" I lare e giustificarsi.
      Era risolutissimo messer Piero , per le cagioni dette di sopra, di Pr
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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