Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
40k2 STORIA FIORENTINAferì al piovano la promessa che egli aveva falla di voler dare alla prima occasione che se gli scoprisse, il Borgo a' cardinali e a' fuorusciti, e'1 piovano gli promise che tosto che '1 Borgo avesse fatto egli, farebbe dar la volta anco ad Ànghiari.
Messer Piero dunque, avendogli Filippo fatto contar novemila ducati perchè potesse pagare i suoi debiti, si deliberò, ancoraché egli il contraddicesse molto, di volere andari al Borgo per ogni modo; al che dicono che il Valori non solo lo consigliò, ma lo fece servir di danari, e la prima cosa mandò un uomo a posta a detto piovano , facendogli sentire che stesse provvisto ed apparecchiato per far rivolgere Ànghiari, perchè la domenica notte seguente si rivolgerebbe il Borgo senza manco nessuno ; poi dato ordine ad Alessandro Martinelli da Cesena e ad alcuni capitani che soldassero gente più segretamente che potevano» dando uno -cudo per uomo; e promettendo di dover dar la paga intera, quando e tlove si farebbe la massa, mandò polizze a tutti que' fuoruscili che gli parvero a proposito, significando a ciascuno che il venerdì dopo desinare fus>»e in ordine , perchè egli voleva cavalcare a una fazione. Fu avvertito parte con riso, e parte con indegnazione di molti, che egli quasi losse principe, o gli potesse comandare, si sottoscriveva, Io Piero Strozzi, senz'altro; e benché non dicesse dove andar si volesse, molli se lo indovinavano, ed alcuni il sapevano. Di questo posso render io lestimonianza certissima, che Benedetto Varchi, essendo da lui stato ricereo che dovesse andar seco, dopo 1' avergli risposto che farebbe tulio quello che gli piacesse, sebben quella non era la profession sua, gli Filippo suo padre n'aveva di già dato avviso a Firenze; il che egli non negò, ma rispose d'aver mandato in sull' Alpe chi non lascerebbe passar Niccolò corriere, il quale era quella volta il procaccio che portava le lettere di Vinegia e di Bologna a Firenze ; ed avendo il Varchi replicato che l'avviso non era ito per le mani del procaccio, il quale per sospetto non s'era voluto partir di Bologna, ma per un fante a posta, rispose che sapeva il tutto, e al tutto aver rimediato , e mettendo per fatto quello che n far s'aveva, e potea non farsi, il che nelle cose della guerra mai, come testimoniano gravissimi storici, far non si dovrebbe, aggiunse: lo solleciterò tanto, che noi saremo al Borgo prima che di Firenze, quando bene il sapessino , ut possano aver provveduto.
Partì agli tredici d' aprile il venerdì sera con più di cinquanta cavalli, la maggior parte Fiorentini e fuorusciti, tra'quali, di quegli che ara mi sovvengono, furono i più segnalali, Anton Berardi, Amerigo Anti-nori, Bertoldo Corsini, Baccio Martelli, Bello Rinuccini, Batista Martini chiamalo il capitan Gote, Boccal Rinieri, Ceccone de'Pazzi, Cencio
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