Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
404 STORIA FIORENTINAloldo Corsini. E questo avveniva ai duca Cosimo, perch'egli, imitando il costume del valoroso padre suo nell' investigare non che gli andamenti, i pensieri degli avversari suoi, cosi da uomini grandi, e diligenti per amistà, come da spie o palesi o segrete, per danari, usava continuamente incredibil diligenza, e spendeva una quantità inestimabile di pecunia , tantoché io ardirei d'affermare che, olirà gli ambasciadori, mandatari e ofiziali suoi, non era, non dico città alcuna, o castello in tutta Italia, ma borgo o villa, e quasi osteria, onde non fesse quotidianamente avvisalo il duca Cosimo; ma tre, pare a me, d'uomini privati, furono, che più caldi di ciò si mostrassono e più diligenti degli altri: l'abate di Negro da Genova, messer Donato de'Bardi de'signori di Vernio da Venezia, e messer Vincenzio Bovio , o del Bo da Bologna, con tutto che fosse cieco ; di maniera che gli venivano ogni giorno tante lettere, lanli avvisi, tanti estratti, che io per me mi fo maraviglia come avesse tempo, non dico di considerarle e far risponder loro, ma di leggerle. Ora, perchè lo spiare i segreti de' nimici è una delle più importanti e lau-devoli cose che far si possa, e specialmente da' principi, e ne*casi della guerra, m'offre larghissimo campo non solo di potere, ma di dover commendare la prudenza e sagacità del duca Cosimo. Ma io, per vero dire, mi trovo in questo luogo a strettissimo e dubbioso partito^ non volendo da un de'lati preterire nè le leggi della Storia, nè il costume mio di lodare o biasimare tutti coloro i quali , o per le buone o per le cattive opere loro, meritato se l'hanno, e temendo dall'altro non per avventura si pensi che io, o per affezione di chi mi ha beneficato , o per adulazione a chi beneficar mi poteva, vada talvolta simulando , e talvolta dissimulando la verità. E questa è stata una delfe principali cagioni, perchè io tant' anni ho (forse non senza mio grave danno e pregiudizio ) così pertinacemente ricusato di voler più oltre scrivere ehe la vita del duca Alessandro; ma perchè la verità è figliuola del tempo, ed ha forza grandissima , può ben esser oppugnata , ma espugnata, non mai.
Ripigliando dunque dove lasciai, aveva il figliuolo del signor Giovanni per ovviare a'disegni de'suoi nimici, fatto scrivere a tutte le sue terre di maggior pericolo, che stessero a buona guardia, ed al Borgo dietro al nuovo comrnessario Gherardo Gherardi, con partecipazione del signor Alessandro e del Pirro, co' quali nell'occorrenze della guerra si consigliava, mandato il signor Otto con buon numero di fanti, ed il signor Ridolfo co'suoi cavalli, e commesso al sig. Federigo fratello del signorotto, che si trasferisse da Pistoia con maggior celerilà che potesse, alla volta d'An-ghiari, dove era vicario Iacopo Spini, e vi si trovavano, oltre a cento fanli fatti venire da Castello e d i Cilerna, il capitano Luchino da Fi-
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