Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO QUINDICESIMO 405
vizzano , il capitano Marcello da Furlì, il capitano Corbizzo da Ca-strocaro, il capitano Pichi altrimente il Manzuola, ciascuno colla sua compagnia; e di più s'era dato ordine al Sarmiento maestro di campo , ed a Lorenzo Cambi commessario sopra quelle genti, che conducessero gli Spagnuoli ed i Lanzi, i quali si trovavano nel Valdarno disotto al castello del Ponte a Sieve per poter tostamentedove il bisogno avesse ricercato, mandarli.
Giunti duqgue quella parte di fuorusciti ch'io dissi, quasi sotto la città ,,fu fatta eelalamente intendere a'Borghesi da quei della parte, che se non volevano essere tagliati a pezzi tutti quanti, s' andassiao chetamente e velocemente con Dio. Diffidi cosa sarebbe il credere lo sbigottimento che nacque in tutti , quando i Borghesi, sollecitando il partire mostravano gran paura di dover essere scoperti ed assaliti da que' di dentro ; ma era ciascuno tanto stracco ed infievolito , cosi per lo aver cavalvalo di soverchio, come per non Io aver mangiato nè dormito a bastanza, che molti si gettarono a diaeere in terra dicendo : Jo non posso pià, ammazzinmi. Pure la mattina innanzi la levata del sole coi danari di questo e di quallo, ed in specialità di Giovanni Rigogli, si mangiò un poco al medesimo Palazzo de' Mucci, e fecesi risoluzione di andar via senza tentare altramenti Anghiari ; e passando da Sostino non già con animo d'assaltarlo e fermarsi quivi , ma solo per iscorciar la strada e riposarvi si alquanto, si inaurò a chieder passo e vettovaglia ; ed avuto risposta, che andassino, che sarebbono ben visti e ricevuti volentieri, musser Piero s'avviò a -piedi, e tutti gli altri parte a'piedi, e parte a cav allo gli tenner dietro alia sfilala.
Quando fu un miglio presso a Sestino , gli furon portate le chiavi di n on so che bicocca , ma egli lodando e ringraziando coloro che portate l'avevano, non volle accettarle; e poco di poi due di Sestino gli vennero incontro in parole per onorarlo , ma in fatti per vedere e riferire che genti e qua ni e n' avesse con esso seco. È Sestino un piccolo castelletto lungo un fiumicello chiamato la Foglia; ha dinanzi una piazza, dove si fa il mercato, con un borgo pieno di case e di bofteghe, le quali avevano a pena fornito dLsgomberare. Nella terra s' entra per un ponte , il quale è dinanzi alla porla; alla quale giunto messer Piero senz' altre arme cbe la spada sola, e col coietto sfibbiato sulla camicia, chiese d'esser messo dentro. Ma uno di que' due che incontrato lo avevano, rispose, il castello esser piccolo e tulio pieno, ma che darebbono vettovaglie e alloggiamenti nel borgo, Messer Piero montato in collera disse con malpiglio : Conoscetemi voiì — Signor sì, rispose quell'altro, voi siete il signor Piero figliuolo del signor Filippo Strozzi, e vi siamo servitori; ma V entrar dentro a vostra signoria non fa nulla, e noi non vogliamo perv^ooQle
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