Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
398 STORIA FIORENTINAdava cercando, ricevè da lui cento scudi, e venticinque n'ebbe da Giovanni Berlrnghieri; mandatili , inteso il caso del Borgo e di Sesti-no , da Ruberto suo fratello; e per non essere appostato, seguitandolo tuttavia qualch* fuoruscito, diceva di dover essere la tal sera nel tal luogo, e andava in un altro. Fu veduto alle Lame, a Sant' Angelo in Vado, a Castel Durante , a Fossombrone , in Perugia , ed a Castel della Pieve, dove trovò Ruberto, il quale v'era stato più giorni fuggiasco col signor Bandino ; e quindi se n' andarono prrma a Lunghezza, bella e ricca tenuta già della casa de'Medici, ed allora di Filippo lor padre, e poi a Roma nella lor ca*a di Borgo; le quali gite con tutto quello che e'dicevano non solo, ma pur facevano, erano scritte d' ora in ora a sua eccellenza. ^
Piacemi di non pretermettere in questo luogo, ad esempio ed avvertimento mio e d'altrui, che gli storici, se non molle, alcuna volta dicono la bugia, scrivendo per veró quello che non è , ma non già mentono , credendo che cosi sia come èssi scrivono : e questo dico, perchè essendomi io trovato in persona a tutta la soprascritta fazione, e veduto cogli occhi miei il podestà di Sestino essere stato racchiuso in una volta, ed il medesimo dico di molti altri uffiziali, e casi somiglianti, quando leggo ora le lettere scritte da lui e da loro al signor duca ed altri, truovo alcune cose che fumo , essere state taciute, ed alcune che non fumo essere state affermate, ed alcune ( eh'è il peggio) essere state altramente scritte di quello che furono; di maniera che si può -, se non veramente giudicare, verisimilmente conghietturare che le Storie le quali tion si scrivono se nou se da coloro i quali v' intervennero presenti ^almeno in quel tempo che fatte furono, possono in alcune parti, anzi piuttosto in molte ( se nel riscontrare la verità non s'usa una diligenza infinita) esser non vere.
Similmente non voglio preterire che tutti quei signori, su per le cui terre passavano i fuorusciti, fecero, o vere o finte che le si fossero, dimostrazioni, che ciò fosse loro dispiaciuto; e tra gli altri il fluca d'Urbino, oltra l'aver fatto bandire che in nessun luogo dello stato suo 6Ì potessero raccettare più Che tre persone insieme, e quelle per una sera sola , mandò il colonnello Lucantonio Cuppano da Mon-tefalco , degnissimo allievo del signor Giovanni de'Medici ; a Castel Durante, perchè non lasciasse passar soldato nessuno, ed il capitano Geronimo Vandini a Lamole per ,a medesima cagione. Solo messer Giovanni d'Alessandro de' Pazzi, signore allora di Civitcila, aveva ili un medésimo tempo con doppia malfcia per non dir tristizia ,, seri Ilo aty duca mostratalo quanto fosse fedele è affezionatov^ooQle
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