Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi
LIBRO SEDICESIMO 421
quo o più de'suoi servitori, scrisse ai vescovo d'Iesi, che fosse da sua santità, e la pregasse che in caso che monsignore d' Altopascio morisse , fosse contenta di non alterar le ragioni del padronato-, ed t privilegi della famiglia de' Capponi. Il papa, o non parendoli di poter negare cosi giusta domanda, o non si volendo scoprire innanzi al tempo, rispose con buone parole (come faceva sempre), che nòn solo non era per alterare il iuspadronato ed i privilegi de1 Capponi sopra detto benefizio ; ma che desiderava in questa ed ogn1 altra occorrenza far cosa grata al signor Cosimo, il quale egli amava come carissimo figliuolo: ma poco di poi, venula la novella della morte, e per conseguente la vacanza di detta precettarla , derogò in tutto e per tutto a ogni ragione di padronato, ancorché fosse ex fundaUone ( come dicono ) et ex donatione, cosa che non si suole né si può ordinariamente fare, e lo conferì, come gli altri buoni beneficii, nella persona del cardinal Farnese, e mandò subito a Firenze un uomo a posta per pigliarne la possessione: ma in quel mezzo i Capponi, per ordine del duca avevano presentato all' ordinario messer Ugolino Grifoni, il quale come eletto canonicamente da' padroni n' era già stato giuridicamente investito. Egli non si crederebbe in quanta collera montasse il papa, e con quai minacce tutto infuocato riprendesse non solo come carissimo figliuolo , ma come capitalissimo inimico il signor Cosimo, mostrando che più gli gravasse quello che meno gli premeva, e ciò erano le battiture di un cursore , il quale venuto a Firenze per citare personalmente Alamanno d'Iacopo Salviati, era stato nella casa sua da1 suoi servitori ed amici non solamente minacciato, ma bastonato. Fu adunque mandato in poste un altro cursore, perchè citasse personalmente messer Ugolino , ma egli, avvertito di Roma dal suo procuratore, mai trovar non si lasciò. Il duca, vednto questo, mandò a posta messer Giannozzo Capponi dottor di leggi a Roma, perchè egli, mostrate le ragioni ed i privilegi de' Capponi a sua santità, la pregasse che le piacesse che la grazia e provvisione fatta al cardinale suo nipote, e la derogazione del padronato, si riducesse alla via ordinaria della giustizia; ma egli, tutto che facesse ogni suo sforzo , altro non ne riportò che le solite buone parole. Il Grifone, nel processo della causa fu, ed insieme con lui Luigi Capponi, scomunicato due volte e dipinto secondo l'usanza in un cedolone nel mezzo di molti diavoli, appiccato pubblicamente sopra la porta del mezzo della chiesa di S. Pietro.
Mentreché si agitavano in Roma queste due cosi fatte controversie, surrse impensatamente la terza per questa cagione: Era il principale intendimento che avesse papa Paolo il far ricca e grande la casa sua, e non gli bastando le grandezze e dignità concedute al figliuolo ed a' nipoti, volse Vanimo ad accumular danari; laonde mise per lutto lo stalo Varchi. Voi II. 3iv^ooQle
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Iesi Altopascio Capponi Capponi Cosimo Uone Farnese Firenze Capponi Ugolino Grifoni Cosimo Firenze Alamanno Iacopo Salviati Ugolino Roma Giannozzo Capponi Roma Capponi Grifone Luigi Capponi S. Pietro Roma Paolo Vanimo Varchi Qle Pietro
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