I primi due secoli della di Pasquale Villari
vmPREFAZIONE
e ristamparle; ma dopo avere esitato alquanto, non posi in atto il mio pensiero. Mi sembrava necessario aggiungere almeno qualche cosa sui fatti che seguirono dopo la caduta di Giano della Bella e l'esilio eli Dante, per conchiudere cosi tutto il primo e più importante periodo della Storia politica di Firenze. Ma oltre eli ciò, io vedevo che l'obbligo di continuare, a giorno fisso, le lezioni una volta cominciate, non mi aveva sempre lasciato il tempo necessario a superare le difficoltà incontrate per via. Non bastava perciò una revisione supei*-ficiale; occorreva riempire qualche lacuna, riscrivere da capo alcune pagine. E questo portava la necessitai di nuove ricerche, dalle quali altri lavori allora mi distrassero.
Intanto uscivano continuamente alla luce nuovi documenti, nuove dissertazioni e monografie sulla Storia di Firenze, anche opere notevolissime e di gran mole, come quelle del Capponi, del Del Lungo, dell'Hartwig, del Perrens, di altri. Tutto ciò rendeva sempre pia difficile il rivedere e correggere quei miei scritti, che divenivano necessariamente sempre più antiquati. Ma da un altro lato dovetti più cruna volta accorgermi, che alcune delle osservazioni da me fatte erano dai nuovi documenti confermate, che alcune delle idee generali da me esposte venivano da autorevoli scrittori accolte e seguite. Questo nrinduceva naturalmente ad essere meno severo nel giudicare l'opera mia, che anche amici nei quali fidavo, mi spingevano a ripubblicare.
Cosi fu che m'indussi a riprendere gli studi tralasciati, e nel 18SS feci alcune lezioni sui tempi d'Arrigo VII e dell'esilio di Dante. Più tardi ancora, nel 1S90, convinto che, dopo le recenti pubblicazioni, quello che
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