I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      INTRODUZIONEnarrazione con le narrazioni contemporanee degli antichi cronisti, alcuni dei quali egli conosceva. Non solo le date sono spesso sbagliate, ma ancora il nome, il numero dei magistrati, la forma delle istituzioni. Sembra che nel tempo medesimo in cui divinava lo spirito dei fatti, raffazzonasse a suo capriccio i fatti stessi. Qualche volta egli prende pagine e pagine intere dalle storie del Cavalcanti, copiando perfino i discorsi immaginari che questi poneva in bocca dei personaggi storici, e con pochi tocchi infonde vita nuova nella pesante narrazione che gli sta dinanzi, senza punto occuparsi di far nuove ricerche. Cosi il suo libro divenne una guida preziosa e pericolosa nello stesso tempo. Egli qualche volta non si asteneva dal porre un fatto vero là dove meglio tornava al suo ragionamento, riempiendo cosi, senza troppo scrupolo, le lacune che trovava. Suo scopo, come egli stesso ci dice, era cV indagar le cagioni dei partiti e delle rivoluzioni. Quello che alcuni chiamano oggi il colorito locale, il colorito storico dei fatti, scomparisce del tutto nella sua narrazione, massime dei primi avvenimenti della Repubblica. Gli uomini appartengono a diversi partiti, commettono azioni ora tristi ora generose, ma in tutti i tempi sono per lui sempre i medesimi. E quanto ciò debba nuocere ad una chiara conoscenza dei fatti è facile immaginarlo. A misura poi che il Machiavelli s'avvicina ai suoi tempi, vede la costituzione della E epubblica alterarsi e corrompersi, la libertà allontanarsi, e mille passioni personali sorgere ad affrettare la rovina delle istituzioni che decadono. La conoscenza dei più minuti particolari sarebbe allora tanto più necessaria a farci intendere la trasformazione della società; ma egli, che pure restò sempre un Fiorentino del secolo xv, aveva dinanzi a sé r esempio di Tito Livio e degli altri scrittori romani, i quali, a lui come a tutti gli eruditi di quel secolo, ispiravano un grande disprezzo dei troppo minuti particolari, che fanno perdere l'epica unità della storica narrazione. E quando più tardi s'avvicina la prevalenza inevitabile dei Medici, sotto i quali anch'egli visse, rivolge allora, con


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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