I primi due secoli della di Pasquale Villari
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INTRODUZIONEe da quegli uomini, da quei tempi nacquero quelle istituzioni e quelle leggi.
Questo è ciò clie gli scrittori moderni avrebbero dovuto fare, ma che non hanno fatto per molte ragioni. E prima di tutto, il fiorire delle lettere e delle arti nei tempi in cui la libertà s'allontanava da Firenze, e la loro grande efficacia su tutta quanta la cultura moderna, richiamarono 1' attenzione degli scrittori principalmente su questa parte della storia fiorentina, che aveva una importanza assai generale, ed era più intelligibile a tutti. Cosi fu che la più parte dei moderni, massime gli stranieri, non studiarono, non conobbero quei tempi nei quali s' erano pure formate tutte le qualità più nobili del carattere fiorentino, e s'erano svolte, educate quelle forze intellettuali, che più tardi divennero visibili nelle lettere e nelle arti, tanto universalmente ammirate. E molti stranieri sembrarono persuadersi non solamente che le arti e le lettere italiane fossero fiorite quando i costumi erano più corrotti, ma quasi risultassero da essi, fossero immedesimate con quella corruzione, la quale invece corruppe le arti stesse, che furono figlie della libertà e della moralità, e poterono ad esse solo per qualche tempo so-pravvivere.
Vi è inoltre da osservare, che finora non s'è visto nessnn libro di grande scrittore moderno, il quale tratti di proposito la storia politica e costituzionale di Firenze.1 Qualche cosa, bisogna riconoscerlo, anche più dei moderni fecero i due Ammirato, i quali nel secolo xvir avevano già cominciato a ricercare gli archivi, e composero un lavoro, per quei tempi, veramente nuovo e notevole. Se non che, né essi s'erano proj^osto di scrivere una storia della costi-
1 Dopo la prima pubblicazione Firenze e del suo Comune, massime dal D. 0. llartwig, sul cui pregevole lavoro avremo occasioue di tornare più tardi. E cosi pure vennero alla luce varie storie generali di Firenze, fra le quali più notevoli sono la Storia della Repubblica di Firenze del marchese Gino Capponi (Firenze, Barbèra, 1875, due Voi.) e Vllistoire de Florence del sig. Perrens (Paris, 1877-90, in nove voi.), delle quali parliamo altrove.
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