I primi due secoli della di Pasquale Villari
13 INTRODUZIONE
o trovati. Noi tuttavia crediamo clie, senza volere ora scrivere una vera e propria storia di Firenze, resti pure a fare un lavoro non del tutto inutile. Possiamo di certo prendere a guida gli antichi storici e cronisti, in quelle parti solamente nelle quali parlano come testimonii oculari, cercando dove è necessario, di temperare il loro spirito partigiano, col metter loro a riscontro gli scrittori d'avverso partito. La serie dei documenti pubblicati alla spicciolata, e di erudite dissertazioni, è pure vastissima, sebbene non ancora compiuta; nelle difficoltà e lacune principali si può agevolmente ricorrere all'Archivio fiorentino. E dopo siffatte indagini a noi è sembrato, che sia agevole dimostrar chiaramente come tutta quanta la storia di Firenze possa rischiararsi d'una nuova luce, e il suo apparente disordine possa scomparire. Le rivoluzioni politiche di Firenze, infatti, per poco che uno le esamini attentamente, cercandone le cagioni vere e reali, al di sotto delle apparenti, che spesso ingannano, si succedono con un ordine logico mara-viglioso. Al più strano disordine, sembra allora che venga rapidamente a sostituirsi una successione e connessione matematica di cause e di effetti. Gli odii e le gelosie personali non sono cagioni, ma occasioni che accelerano il rapido e febbrile avvicendarsi di quelle riforme, per le quali il Comune fiorentino, percorrendo tutte le costituzioni politiche allora possibili, arrivò, di grado in grado, alle più larghe libertà di cui il Medio Evo era capace. Ed è questo scopo cosi nobile, questa libertà cosi larga, ciò che ridesta tutte quante le forze intellettuali e morali nel seno della Repubblica, che produce un maraviglioso acume politico, ed in mezzo ad un apparente disordine, fa fiorire cosi splendidamente le lettere, le arti e le scienze. Quando poi gli odii e le passioni esclusivamente personali prevalgono, allora il disordine comincia davvero, la costituzione si corrompe, e la libertà precipita al suo fine.
Con questo scritto non si presume altro, che dare un breve saggio della storia di Firenze nei tempi in cui furono fondate le sue libertà. Il soggetto è di tale importanza,
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