I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      INTRODUZIONEeli' essa disputata, clie ai Romani non fosse lasciata nessuna proprietà libera ; ammesso clie il diritto romano non fosse stato legalmente riconosciuto mai, né rispettato da' Longobardi, non ne viene per conseguenza, clie quel diritto, che ogni avanzo di civiltà romana fosse allora distrutto. Più giusta assai e più credibile sembra l'opinione di coloro i quali sostennero, che i Longobardi, venendo in Italia, pensassero molto più a sé che agi' Italiani, pei quali non provvedessero legalmente nulla, contentandosi di tenerli sottoposti al loro arbitrio.1 Cosi i vinti, nelle loro relazioni private, e dovunque l'azione del governo barbarico non arrivava, poterono continuare a vivere col diritto romano, con le loro secolari consuetudini. I Romani ed i Longobardi restano, in vero, sulla terra italiana come due popoli fra loro estranei; la fusione tra vinti e vincitori, altrove cosi facile, dopo due secoli si dimostra in Italia sempre diffìcile. La tenacia e la persistenza della stirpe latina fra di noi è tale, che i vinti possono più facilmente essere ridotti in ischiavitù o uccisi, che perdere la personalità loro. Infatti, appena che la necessità delle cose e il lungo convivere avvicinano i vincitori ai vinti, diviene inevitabile ai barbari far larghe concessioni alla civiltà dei Latini, che par sempre estinta e sempre si ritrova in vita. Come comprendere altrimenti quel piegarsi, a poco a poco, del diritto longobardo sotto la forza maggiore del diritto romano; come spiegare quella specie di nuovo diritto che sorge col tempo, e che il Capponi chiama quasi edifizìo romano su germaniche fondamentaì
      A misura che i Longobardi si fermano stabilmente in Italia, essi cominciano a vivere nelle città, che non poterono mai distruggere del tutto ; cominciano a desiderare una proprietà stabile, e però, al tempo del re Autari, invece del terzo dei frutti, presero una jmrte anche maggiore delle terre. 11 che, se da un lato aggravò la condizione dei vinti, dall'altro, lasciando ad essi una libera proprietà, la migliorò
      1 Gino Capponi. Lettere sui Longobardi.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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