I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      INTRODUZIONEImpero non poteva avere pei Latini, dei quali s'era pur molto vantaggiata la rinascente civiltà de' suoi Stati, quel barbarico disprezzo rimasto inestinguibile nei Longobardi. Egli voleva estendere le sue conquiste, il suo potere; voleva rafforzare il Papa, per esser da esso consacrato e moralmente aiutato. Venne quindi in Italia, e la già disgregata famiglia dei Longobardi mal potè resistere alla forte unità franca, ringagliardita dalle sue vittorie. Invano i Longobardi s' erano già eletto un re e gli prestavano obbedienza, invano s'apparecchiarono alla difesa; dopo 205 anni di dominio sicuro e quasi non contrastato, il loro regno cadde per sempre. Nel 774 Carlo Magno era padrone della terra italiana, e l'anno 800 venne in Roma coronato dal Papa imperatore. L'Impero occidentale era cosi ricostituito e consacrato sotto nuova forma, separato affatto e indipendente da quello d' Oriente. I Franchi tolsero ai Longobardi tutto il loro dominio, meno il ducato di Benevento nell'Italia meridionale. Il Papa, coli'assumersi il diritto di consacrare l'Imperatore, da cui ricevette grandi donativi e promesse di terre, ne crebbe assai di potenza. Roma però si reggeva a libero municipio ; anche Venezia, come le città greche del mezzogiorno, era già sorta a libertà. Tale era lo stato d'Italia dopo l'ultima invasione di barbari, quella cioè dei Franchi.
      Questi nuovi padroni, al solito, presero il terzo delle terre; ma la condizione clegl' Italiani fu allora assai migliorata. La legge romana venne riconosciuta come legge dei vinti, il che è segno evidente che nei due secoli di dominazione longobarda essa non era poi morta davvero. Carlo Magno sollevò di molto lo stato dei Latini, che innalzò qualche volta sino agli onori, ossia uffici di nomina regia. Ma ciò che detto carattere proprio al suo regno in Italia, fu il nuovo ordinamento che vi fondò. Distrusse la potenza dei duchi, minacciosi troppo all'unità dell'Impero ; sollevò in lor vece i conti. Neppure nelle Marche, o sia province limitrofe, nelle quali più Comitati restavano uniti, egli volle un duca; ma vi pose invece i marchesi


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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