I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      più comitati, erano come tanti duchi, sorgere a strane pretese, tentando di formare addirittura Stati indipendenti, e spesso finire col riuscirvi. Infatti, anche oggi, molte delle famiglie regnanti sono discendenti di conti e di marchesi franchi. Invano s* erano dati benefizi ed immunità per indebolirli affatto : la loro potenza non si poteva cosi presto estinguere. Ed in vero nella stessa Italia, dove la diversità del paese, 1? indole tenace cV tur antica civiltà non mai scomparsa del tutto, che anzi cominciava adesso a rifiorire; dove il Papato ed i Greci bizantini avevano impedito l'assoluto trionfo della società germanica; nella stessa Italia sorgono pure conti e marchesi feudali a disputarsi la corona reale. Seguirono lunghi anni di nuove desolazioni e di lotte, che si chiusero col lasciare finalmente 1' ambita corona in mano di re e d'imperatori tedeschi. Disputarono e combatterono dapprima Berengario del Friuli e Guido di Spoleto, con altri conti e marchesi italiani o stranieri, un re di Germania, due di Borgogna, e finalmente Ottone re di Germania, che restò vincitore. Furono più di settanta anni di guerre continue, durante le quali, per la prima volta, regnarono in Italia re italiani, con dominio però sempre incerto e contrastato. S'ebbero poi circa quarant'anni di pace (961-1002), nei quali governarono Ottone I. II e III, e di nuovo un italiano, il marchese Arduino d'Ivrea, contese ai re tedeschi la corona d'Italia. Ma egli fu vinto nel 1014 da Arrigo di Germania, soprannominato il Santo, a cui successe Corrado della casa di Franconia o Salica.
      Questi due sovrani tedeschi compierono la rivoluzione feudale da noi accennata, che i Carolingi avevano cominciata, gli Ottoni proseguita, e che pure non era bastata ad assicurare l'alto dominio dei re ed imperatori in Italia. In ogni modo, siccome gli Ottoni avevano moltiplicato a più potere le esenzioni dei minori vassalli dall'autorità dei conti e dei marchesi, e moltissime città italiane avevano date ai vescovi, e siccome da tali e tante esenzioni venne assai agevolato il risorgimento dei Comuni, cosi è che nacque l'opinione di coloro i quali vorrebbero di questo


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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