I primi due secoli della di Pasquale Villari
LE ORIGINI DI FIRENZE
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d'averlo già detto ai tempi di Carlo Magno, con poco minore anacronismo, ripete che i Fiorentini allora « feciono « leggi e statuti comuni, vivendo ad una signoria di due « Consoli, e col Consiglio del Senato, ciò era di cento « uomini, i migliori della Città, com' era l'usanza data •« da' Romani ai Fiorentini ».1 E chiaro che egli non conosce le origini del Comune, è convinto solamente che venivano da Roma, e però di tanto in tanto le ricorda, là dove gli torna più opportuno o gli pare meno improbabile che cominciassero, Di dove poi cavasse questa guerra e distruzione di Fiesole nel 1010, sapendo pure che il fatto era avvenuto invece nel 1125, come egli stesso racconta a suo luogo, non è facile dirlo. Il più probabile è che, avendo nella leggenda trovato la guerra e distruzione di Fiesole j)iu di 500 anni dopo la distruzione di Firenze, per opera di Totila, il quale venne 500 anni dopo la fondazione della Città, il cronista ripete due volte il fatto della distruzione, cioè nel 1010 e nel 1125, soddisfacendo cosi prima alla leggenda, che, in un modo del resto assai vago, lo aveva rimandato indietro, e poi alla storia, che ai suoi tempi era assai nota. Quanto poi alle ragioni della guerra civile, cercate nella forzata unione di due popoli avversi, si può osservare che per molto c' entrava davvero la diversità del sangue germanico dei nobili dal sangue latino-del popolo, cosa che il cronista forse sentiva e non capiva.
Certo è che, dai Franchi in poi, Firenze continuò sempre a prosperare, sebbene assai lentamente. Il suo territorio, è vero, fu, come scrive il Villani, tutto incastellato da baroni feudali di origine germanica, ad essa avversi, molti de' quali trovavano sicuro ricovero anche in Fiesole, di dove cercarono danneggiarla. Ma, ciò non ostante, il vantaggio d'una posizione geografica sulla via di Roma, assai favorevole al commercio, si faceva sempre più sentire. Sin dall'825 l'imperatore Lotario, nelle sue Costitutiones olonenses, la destinava, con altre sette città italiane, ad essere sede d' una
1 Villani, IV, 7.
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