I primi due secoli della di Pasquale Villari
Capitolo IILE ORIGINI DEL COMUNE DI FIRENZE I1
I Longobardi, divenuti padroni di quasi tutta l'Italia, che oppressero duramente e lungamente, posero, come è noto, un duca in ciascuna delle città principali che occuparono. Roma restò libera da essi, perché v'era il Papa; Ravenna, perché ben presto vi fu l'Esarca, e quasi tutte le città poste sulla riva del mare furono preservate del pari, perché i Longobardi non erano navigatori, e avevano bisogno di chi facesse per loro il commercio marittimo. Questa è anzi la ragione per la quale le repubbliche come Venezia. Amalfi, Pisa. Napoli, Gaeta, sorsero prima delle altre. I duchi ebbero molta autorità e indipendenza; alcuni dei Ducati, massime ai confini, divennero cosi grossi, che somigliarono a piccoli regni, come furono quelli del Friuli, di Spoleto, di Benevento. Tutto questo contribuì non poco alla decomposizione del regno, ed alla caduta del dominio dei Longobardi, i quali non seppero mai all'ardire ed alla forza unire alcuna grande qualità politica.
Venuti i Franchi, posero invece dei duchi, i conti, i quali ebbero però minore importanza e più piccolo territorio. Carlo Magno, uomo di grande ingegno politico, non voleva nel suo impero mantenere signori, che, per la voglia di rendersi indipendenti, ne potessero mettere a pericolo l'esistenza. Ma ai confini era pur necessario avere più forte
1 JN'uova Antologia di Roma, 1 giugno 1S90.
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