I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      CAPITOLO SECONDODa tutto questo documento si vede non solo clie i nobili pisani erano già organizzati ; ma clie avevano dentro la Città una importanza non mai avuta a Firenze.1 Ancora non troviamo i Consoli, e se ci fossero stati, il documento li avrebbe certo nominati. Vi sono però tutti gli elementi che costituiranno quel Comune assai pili aristocratico del fiorentino.2 Si vede in fatti già un commune Consilium di Sapientes o Boni homines, che è una specie di Senato, ed il commune Colloquium di tutti i cittadini, che sarà poi il Parlamento o Arrengo. Cinque Sapientes, di cui si danno i nomi, si trovano accanto al Vescovo. 3 Essi sono gl' immediati precursori, i Vorbilder, (come dice giustamente il Pawinski) dei Consoli, che poco dopo, nel 1094, troviamo finalmente nominati in un' altra Concordia dello stesso Dai-berto. Alla loro autorità ('Julius civitatis Gonsuìibiis) egli esplicitamente se ne appella, ordinando che fossero lasciati in pace i fabbri, i quali attendevano ai lavori che eran tenuti fare al Duomo.4 Il Comune pisano adunque è ^>re-ceduto da una lotta di nobili armati ed ordinati intorno alle loro torri, ed i suoi Consoli sono nominati la prima volta a difesa dei fabbri.
      1 Si parla assai spesso di coiiti e di vieecomiti, che in Firenze, finora almeno, non troviamo mai ricordati. Più tardi ne vedremo entrare qualcuno per le ragioni che diremo.
      2 11 Pawinski, secondo me, ha torto, quando fermandosi su questo carattere del Comune pisano e di altri simili, trascurando l'elemento popolare, commerciale, che anche a Pisa, eomc altrove, aveva parte grandissima, vorrebbe far nascere il Comune italiano per opera dei soli nobili.
      3 Xisi fortitan communi Consilio Ciritatis, vel maioris purtis Bonorum rei Ripieni uni... ad commune Colloquium Civitatis... supradictorum hominum conscnsu et omnibus Pisae habitantibus. BoNAINI, op. cit., Voi. I, 1G.
      4 Murat. Antiq. III, 1099. Una poesia attribuita a Guido da Pisa, narrando la guerra fatta nel 1087 dai Pisani, insieme con Genova, Amalfi, Roma, contro i Saraceni in Africa, dà i nomi di quattro Pisani,
      Yocat ad se Petrum et Sismuìidum
      l'rineipales Covsulcs, Lambertum et Glandulfum Cives cari {clari ?) nobiles.
      Si tratta però d'una poesia, e per credere alla esistenza di questi Consoli nel 1087, bisognerebbe portare almeno a quell'anno la prima Concordia del vescovo Daiberto, il che non sarebbe impossibile, giacché egli fu vescovo


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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