I primi due secoli della di Pasquale Villari
104 CAPITOLO SECONDOdivennero i Consoli del Comune, che si può dir nato, senza che alcuno se ne avvedesse. Ed è perciò che i cronisti non ne parlano, che i documenti ne tacciono del pari, e che sembra quindi oscurissimo e complicato un fatto chiarissimo e per sé stesso evidente. A forza di volere scoprire avvenimenti ignoti, e documenti smarriti, che non sono mai esistiti, si rese difficilissima la soluzione d' un problema assai facile, e si perderono di vista perfino i particolari più evidenti e noti, che meglio valevano a spiegarlo.
Non bisogna però credere che tutto ciò avvenisse addirittura senza alcuna scossa, perché un mutamento assai notevole vi fu. Il governo, è vero, rimaneva quasi lo stesso ; ma se ne cambiava la base, giacché veniva assunto, non più in nome di Matilde, ma del popolo. E neppure questa sarebbe stata gran cosa, perché già da un pezzo la Città era, non legalmente, ma di fatto, padrona di sé, ed il popolo sentiva e faceva sentire la sua propria personalità. Ma le conseguenze sociali e politiche non furono poche né piccole. Come era naturale, sotto Matilde, coloro che governavano venivano scelti da lei, e per quanto nei tribunali e negli uffici le persone di tanto in tanto mutassero, si restringevano però sempre in un piccolissimo numero di famiglie, a capo delle quali, come già dicemmo, assai probabilmente si trovavano gli Uberti e i loro consorti. Ora, invece, che l'elezione doveva esser fatta dal popolo, essa cadeva di necessità sopra un numero più largo, sebbene pur sempre limitato, di famiglie. Si mutava quindi pili spesso, e si andava a turno dall'una all'altra. Questo era l'uso che già prevaleva negli altri Comuni, ed anche a Firenze nelle associazioni del popolo e dei Grandi. Dovette quindi inevitabilmente prevalere adesso nella formazione del nuovo governo.
E neppure è credibile che coloro i quali avevano in passato primeggiato, cedessero senza alcuna resistenza, non tentassero di mantenere il loro posto col favore dell' Impero e dei Teutonici, né che coloro cui spettava adesso avere nel governo una parte maggiore di prima, non cer-
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