I primi due secoli della di Pasquale Villari
LE ORIGINI DEL COMUNE DI FIRENZE
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cassero a loro volta di farsi forti del favor poj^olare, sostenuto dai più vitali interessi della Città. Un conflitto fra queste famiglie di Grandi apparisce inevitabile, e dovette esservi in Firenze, come v' era stato in Pisa al tempo di Daiberto, come vi fu in quasi tutti i Comuni italiani. I cronisti in verità non ci parlano qui di un tumulto propriamente detto ; ma quello che dicono basta certo a dimostrarne l'esistenza. Il Villani (V, 80), gli Annales, altri non pochi ci dicono che nel 1115 segui in Firenze un incendio, il quale si ripetè nel 1117, e cosi «ciò che non arse al primo fuoco, arse al secondo ». Questa rovina di tutta la Città è certo un' esagerazione, ma l'incendio è universalmente affermato. 1 E noi sappiamo che allora, quando non v'era la polvere da sparo, il fuoco e gl'incendi erano l'arme più efficace nei tumulti popolari. Lo stesso Villani aggiunge, che « tra i cittadini si combatteva .... armata mano, in più parti di Firenze ». E vero che, secondo lui, si combatté per la fede, essendosi nella Città diffuse l'eresia, la lussuria, la sètta degli Epicurei, e però Iddio la puniva con la pestilenza e con la guerra civile. Ma, sebbene d'una eresia largamente diffusa allora in Firenze non troviamo traccia sicura negli storici, è pur certo che sin dal 1068 noi abbiamo visto i primi albori della libertà fiorentina, mescolati, confusi con un moto religioso, ed è certo ancora che gli Annales 7, all'anno 1120, registrano il fatto d'un Petrus Mingardole sottoposto per eresia alla prova del fuoco, 2 ed
1 Gli Annales I parlano (li due incendi (1115 e 1117), clie arsero tutta la terra; il Cod. nap. parla solo del secondo. Thomas Tuscus, che scriveva circa il 1279, in Firenze, parla d'ambedue gl'incendi ne'suoi Gesta Impera-tomm et Pontificum, attribuendo a ciò la distruzione di molte croniche, che supponeva dovessero essere esistite, e che probabilmente non esistettero mai. Il Villani lo segui in questa ipotesi, non sapendosi neppur egli persuadere, che il Comune non avesse storici più antichi.
2 Petrus f. Mingardole, il quale, ad defendendum se de crucifi.ro, passò illeso attraverso il fuoco. Alcuni storici, non volendo credere alla esistenza allora dell' eresia in Firenze, hanno disputato sulle parole de crucifixo, proponendo che si leggesse invece : cion ci ucifi.ro, o de crimine infi.ro. Ma il facsimile del codice, pubblicato dal prof. Paoli, non lascia dubbio.
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