I primi due secoli della di Pasquale Villari
108 CAPITOLO SECONDOrono contro Firenze, eterno nido di Guelfi; quel Farinata che Dante pone nella bolgia infernale degli eretici ? 1
YIIMa chi vinse intanto nella lotta seguita dopo la morte di Matilde ? I fatti lo provano abbastanza chiaramente. Nel-l'anno 1119 i Fiorentini uscirono a dar quell'ultimo assalto al castello di Monte Cascioli, cui abbiamo sopra accennato. Ed č in questo momento che incontriamo davvero il gią menzionato Rempoctus - o Rabodo, che il Villani (IV, 29) con altri cronisti, fa apparire nel 1118, chiamandolo Roberto tedesco, vicario imperiale, e facendolo quell' anno morire in guerra, a difesa del castello. Noi abbiam detto che allora non potevano esserci vicari imperiali in Toscana, dove furono mandati dopo la morte di Matilde. Infatti i documenti solo adesso cominciano a parlarne, trovandosi 1' 11 settembre 1116, per la prima volta, ricordato Rabodo ex largitione Imperatoris Marchio Tuscia e]3 e nel 1119, Rabodo Dei gratia si quid est/1 la stessa formola di cui si serviva Matilde ne' suoi diplomi. Nel 1120 esso scomparisce dalla scena, ed in sua vece troviamo il margravio Corrado. Possiamo dunque ritenere, che Rabodo veramente mori alla difesa di Monte Cascioli, nel 1119, per opera dei Fiorentini, i quali allora finalmente riuscirono a demolire del tutto e bruciare il castello. 5 E cosi la prima loro im-
1 « Advegna Dio che Ghibellini fussero pubblicati Paterini ». Cosi dice il psendo Brunetto Latini all'anno 1215.
2 II Codice degli Annales /, dice: Eempoctus, non Iie>nj)eroctusy coinč fu da altri stampato.
3 Ficker, II, pag. 223-4, par. 310; Murat, Antiq. Ili, 1125.
* Murat. Antiq. I, 315.
5 Gli Annales 1 dicono : ileo anctore, Fiorentini Monte Cascioli igne con-sumpserunt. Il codice veramente par che dica: de anctore, il che non avrebbe senso. Il Lami propose che si leggesse: de auctoritatc, che neppure avrebbe senso. L'interpretazione da noi adottata, fu data dal prof. Paoli, e ci pare assai preferibile. I Fiorentini, combattendo contro l'Impero e parteggiando per la Chiesa, si credevano protetti da Dio, di cui dichiaravano nemici i propri avversari, ai quali perciņ davano nome di eretici e Paterini.
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