I primi due secoli della di Pasquale Villari
E PRIÌIE RIFORME DEL COMUNE FIORENTINO 133
pili volte aderito in passato. E ciò gli appariva anclie più facile quando, arrivato a San Miniato nella state del 1185, molti dei nobili del contado vennero ad ossequiarlo, levando alti lamenti contro le città libere che li opprimevano. Il 25 di luglio liberò dalla giurisdizione di Lucca molti di loro, ed alcune terre ad essa sottostanti. 1 II 31 dello stesso mese entrò in Firenze, ed anche ora fu circondato dai nobili del contado, i quali, scrive il Villani, amaramente si dolevano contro la Città, « che aveva occupato i loro castelli, a grande dispregio dell' Impero ». 2 E qui i cronisti affermano che Federico tolse a Firenze la giurisdizione sul proprio contado, fino alle mura ; anzi la stessa deliberazione egli avrebbe, secondo essi, presa per tutte quante le città toscane, salvo Pisa e Pistoia. 3 Ma su di ciò è sorta grave disputa, non volendo molti prestar fede alla possibilità di un tal fatto, il quale non trova conferma in nessun documento. Altri invece ne vorrebbero vedere la prova in un altro fatto posteriore, che non solo è narrato da parecchi cronisti, ma è anche confermato dai documenti.
Ed in vero, con un diploma che ha la data del 24 giugno 1187, Errico VI, in premio, esso diceva, dei servigi resi dai Fiorentini a suo padre ed a lui stesso, concedette loro la giurisdizione nella Città e nel contado, fino ad un miglio dalla parte di Fiesole, a tre verso Settimo e Campi, a dieci in tutto il resto. 4 Anche in cosi ristretti confini, però, i nobili ed i militi dovevano restare indipendenti dalla Città. In riconoscenza di questa liberalità dell'Impero, i Fiorentini dovevano ogni anno dare ad esso un buono sciamito, bonum examitum.5 Simili concessioni, limitate del
1 Hartwig, II, 79.
2 Villani, V., 12.
3 Gli Annales II e Paolino Pieri eccettuano solo Pisa 5 il Villani, il Cod. Napoletano ed il pseudo Brunetto Latini eccettuano Pisa a Pistoia.
4 I Cronisti, con evidente inesattezza, dicono solo: a dieci miglia intorno.
5 II diploma può leggersi nel Ficker, IV, doc. 170, pag. 213. Errico (allora re dei Romani, Errico VI, chiamato poi anche Errico V come impera-
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