I primi due secoli della di Pasquale Villari
E PRIÌIE RIFORME DEL COMUNE FIORENTINO 147
Il vescovo di Volterra giurò anche esso di aiutarli nelle medesime guerre.1 E tutto ciò si faceva come se fosse conseguenza e parte degli obblighi della Lega, il che incominciava naturalmente a stancare ed insospettire gli alleati, che si vedevano ridotti cosi a fare il solo interesse di Firenze. La quale, non curandosi cV altro, era pronta a cominciare la guerra contro Semifonte, a ciò essendosi andata spianando la via con tutti questi trattati.
Da un pezzo essa meditava la presa di quel castello, la cui strategica posizione e la facilità grande che esso aveva eli ricevere aiuti da tutti i vicini, lo rendevano come un pruno negli occhi della ormai superba Repubblica, deliberata perciò a disfarsene. Il conte Alberto, sebbene si fosse nel 1184 obbligato a non farlo, come due anni prima s'erano obbligati i Pognesi, aveva, non ostante, poco dopo, costruito sul colle di Petrognano il castello di Semifonte, profittando della venuta di Federico I, e della posizione assai difficile in cui si erano allora trovati i Fiorentini, che mai non glielo perdonarono. Egli aveva in quell'occasione assunto anche il titolo di Comes de Summofoìite. Presso il castello s'andò subito formando un borgo, che crebbe rapidamente, perché v' accorrevano molti dalle vicine terre, che Firenze andava via via sottoponendo e tassando. E già si ripeteva nel contado:
Firenze, fatti in là.
Che Semifonte si l'a città.
ebb.); doc. XXIX (12 e 23 febb., 25 marzo). In questi documenti il Podestà si vede sempre menzionato insieme coi Consiglieri, e 1' ufficio dei Consoli è sempre anch'esso ricordato: Sin e parabola Potestatis et Consiliariorum vel Consulam sive Rectorum Florentie (pag. 49). Potestate rei Consiliariis eius, ni ve a Consalibas Florentie vel Rectoribus (pag. 48). In un documento posteriore (Santini, I, doc. XXXVII, del 14 agosto 1201) troviamo che i Consiglieri rappresentano il Podestà: Sitio filio condam Bat righelli, Mei io filio Catalani Consiliarii domini Potestatis Florentie, recipienti (sic) vice et nomine (liete Pot est ati>ì et totius Comunis Florentie (pag. 72). Questi Consiglieri non formano ancora un Consiglio speciale, ma ci si avviano, perché il Consiglio della Città, o Senato, è già chiamato Consiglio generale, il che suppone lo speciale: In Florentia, in ecclesia S. Reparate, corani generali Consilio Civitatis, iuraverunt. Santini, I, doc. XXVIII, pag. 53.
1 Santini, I, doc. XXX.
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