I primi due secoli della di Pasquale Villari
E LE ARTI MAGGIORI IX FIRENZE
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ni eri. Quella rotta fece veder più chiaro ai Ghibellini di Firenze il pericolo in cui si trovavano, e decisero perciò di portare un regolare assedio al castello di Capraia, dove s'erano chiusi i principali Guelfi, capi della parte o Lega, come allora la chiamavano, i quali guidavano i movimenti degli altri. Sebbene circondati da forze maggiori, gli assediati si decisero ad un' ostinata difesa, ed i Ghibellini s'apparecchiarono a combatterli con l'armi e con la fame. Non sarebbero tuttavia riusciti nell'intento, se non fosse venuto aiuto di nuove genti, mandate dall' imperatore Federico, che allora appunto aveva dovuto abbandonare l'assedio di Parma, ed erasene venuto in Toscana. Ma anche dopo questi aiuti, solo la fame fece arrendere i Guelfi. I principali di essi furono mandati a Federico II, che si trovava a Fucecchio. Egli li menò seco nel regno di Napoli, e quivi li fece, dicono i cronisti fiorentini, barbaramente accecare, mazzerare, affogar nel mare, salvandone uno solo, cui concesse la vita, ina non la vista.
L'Imperatore era stanco, irritato dalla continua guerra 'mossagli dai papi. Non aveva avuto mai pace dacché Si-nibaldo de' Fieschi, pigliando nome d'Innocenzo IV, era salito sulla sedia di S. Pietro, il 24 giugno 1243. In un concilio tenuto a Lione (1245), questi lo aveva condannato e deposto. Aveva poi segretamente promosse contro di lui molte cospirazioni, e si era sempre più o meno adoperato a farle riuscire nell' intento. In una di esse i sospetti dell' Imperatore caddero perfino sul suo più fedele segretario ed amico, Pier delle Vigne, che, chiuso nella torre di S. Miniato al Tedesco, fu colà condannato a perdere gli occhi, e menato poi a Pisa, si uccise battendo la testa ad un muro. Queste'traversie ora irritavano ed ora piegavano 1' animo di Federico, che, sebbene filosofo e scettico, pure temeva assai i fulmini del Vaticano. Voleva riconciliarsi col Papa, partire di nuovo per 1' Oriente a combattere gl' infedeli ; ed Innocenzo, invece, allora appunto sollevava contro di lui tutte le città guelfe, obbligandolo a prendere di nuovo le armi, per sostenere il partito ghibellino e la
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