I primi due secoli della di Pasquale Villari
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superiorità della cavalleria tedesca, e non credevano possibile adesso, clie ne era venuto un assai maggior numero, tenerle fronte con un esercito d' artigiani e di mercanti poco pratici nell' arte della guerra, la quale aveva già cominciato a far tali progressi, clie le battaglie non si vincevano più col solo valor personale. Ma l'opposizione dei nobili rendeva invece più caldi i popolani, i quali gridarono che bisognava armarsi e partire senza indugio. Teggliiaio Aldobrandi degli Adimari era stato dei primi a dichiararsi contrario, proponendo che s'aspettasse. Ma a lui lo Spedito, che era, secondo il Villani, uno dei due Anziani a parte del segreto, rispose con ingiuriose parole, concludendo, che se aveva paura, si cercasse le brache. Al che messer Teg-ghiaio di rimando esclamò, che allo Spedito non sarebbe bastato l'animo di seguirlo a gran distanza nella guerra. E dopo queste irate parole, sorse Cece Gherardini, il quale, senza alcuna reticenza, cominciò anch' esso a parlar forte contro la guerra proposta dagli Anziani. Questi allora, in nome della legge, gl' imposero silenzio, minacciando la pena di 100 lire, voluta dagli Statuti contro chi parlasse senza permesso dei magistrati; ma egli rispose, che voleva pagare e parlare. Portarono allora la pena a 200, poi a 300 lire, e finalmente dovettero, per farlo tacere, imporgli silenzio sotto minaccia del capo.1 Cosi fu infine deliberata la guerra, la quale, del resto, anche senza questi segreti maneggi, narrati ed esagerati dai cronisti, sarebbe stata inevitabile, tanto s' erano ornai accesi gli animi.
L'esercito dei Fiorentini si trovava (12G0) sotto gli ordini del medesimo Podestà, che lo aveva comandato nel passato maggio. Ma ora essi avevano aiuti dai Guelfi di tutta Toscana, di Perugia, Orvieto, Bologna ed altre molte città, in modo che si dice ponessero insieme 30,000 fanti e 3,000 cavalli. Messo in moto, nel mese d'agosto, un cosi gran numero di gente, col carroccio, con tutti i capi, con le molte salmerie, entrarono nel territorio senese, e fe-
1 Villani, VI, 78.
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