I primi due secoli della di Pasquale Villari
186 15G CAP. QUARTO — I PARTITI, IL PRIMO POPOLOcero sosta il 2 settembre, alla Pieve Asciata. Lo pratiche fatte dagli esuli avevano avuto un doppio resultato. Da un lato cioè avevano nei Fiorentini infuso la vana speranza, che Siena potesse aversi senza sangue, solo con danaro e con la mostra di grandi forze. Da un altro s'erano nell'esercito stesso stretti veramente segreti accordi di tradimento coi nemici. Si cominciò quindi col mandare baldanzosamente ad intimare la resa. Ma gli ambasciatori, entrati in Siena, trovarono tutto il popolo animato dal furore della guerra e della vendetta. Accolti solennemente dai Ventiquattro, che erano alla testa del governo, questi, udite le domande, dissero: Che sarebbe loro risposto in campo, a riva voce. Non restava quindi che apparecchiarsi senz'altro alla decisiva giornata.
La mattina del tre di settembre un banditore andava in giro per Siena, intimando che ognuno s'affrettasse, « in nome di Dio e della Vergine Maria », ad accorrere sotto il proprio gonfalone.1 Cosi fu raccolto un grosso esercito, che il giorno stesso usci di città, per andare incontro ai Fiorentini. E assai difficile dirne il numero, tanto variano i ragguagli dei cronisti. Coi Senesi v'erano i Tedeschi, v' erano gli esuli ghibellini di Firenze, v' erano anche parecchi alleati. Tuttavia erano certo in numero minore dei nemici. Come di regola, il comando generale lo aveva il podestà Francesco Troghisio. Ma la condotta effettiva delle armi l'avevano il conte Giordano e il conte d'Arras, che conducevano i cavalieri ed i fanti tedeschi ; il conte Aldobrandino di Santa Fiora ed altri capitani valorosi. Il conte Guido Novello comandava gli esuli fiorentini, fra i quali, più irrequieto che mai, era Farinata degli Uberti. Alla testa dell' esercito fiorentino stava del pari il podestà Iacopino Rangoni; ma i capitani erano gente inesperta, che si cullava ancora nella lusinga di vincere senza combattere. S'avanzarono adunque col carroccio fino a Monselvoli, in
1 Aldobrandino Croniche, pag. 9; Paoli, La battaglia di Montaperti, pag. 40.
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