I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      , E LE ARTI MAGGIORI IN FIRENZE
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      di dove fece poi aprire una via, che andò fino alle mura, e si chiamò, come anche oggi si chiama, Via ghibellina. Cominciarono intanto gli esili, le persecuzioni, le distruzioni delle case e delle torri de' Guelfi, i cui beni, confiscati, ve-nivan raccolti a benefìzio della parte ghibellina, che doveva trionfare per tutto. Fra gli esuli vi fu anche Brunetto Latini, già stato, come vedemmo, ambasciatore ad Alfonso di Ca-stiglia, e rimasto ora in Francia, dove scrisse il Tesoro, in cui ricorda la sua ambasceria.
      Il conte Giordano, richiamato da Manfredi nel Reame, dovè partire, lasciando in sua vece il conte Guido Novello. Ed allora si tenne in Empoli un concilio di tutti i capi ghibellini, per prendere accordi sul da fare. Quello che dimostra a che segno fosse giunto allora il feroce odio di parte contro Firenze, si fu la proposta fatta di distruggerne le mura, abbatterne le case, e ridurla a borgo, come nido eterno dei Guelfi, i quali altrimenti sarebbero in essa sempre risorti. A questo si oppose però generosamente Farinata degli liberti, il quale nell' impeto della sua collera, mettendo la mano sull' elsa, dichiarò al conte Giordano ed agli altri capitani, eh' egli aveva combattuto per riavere, non per perdere la patria, e che 1' avrebbe difesa contro coloro i quali la volevano distruggere, con più ardore che non aveva combattuto i Guelfi.1 Tali parole fecero subito respingere l'insensata proposta.
      Il conte Guido pose in Toscana alcuni ghibellini come podestà, ritenendo nelle sue mani il governo generale eli quella provincia, e reggendo anche la Città, come vicario di Manfredi. Egli si fece basso strumento di tutti gli odi della parte ghibellina, alla quale però assai poco potevano giovare la sua condotta incerta, il suo carattere debole. Tuttavia la persecuzione contro i Guelfi continuò non sola-
      1 Tutto ciò è narrato dal Villani c da altri cronisti, è ricordato anclie da Dante nella Divina Commedia. Alcuni han voluto mettere in dubbio il fatto, ma a ragione osservò T Hartwig, non essere facile supporre che i cronisti guelfi avessero voluto inventare una leggenda, tutta a favore del capo dei Ghibellini.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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