I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      200 15G CAP. QUARTO — I PARTITI, IL PRIMO POPOLOmercanti, sempre affaccendati a bottega, o in giro pel mondo, passare ogni anno, come pel passato, due o tre mesi al campo. Il commercio era divenuto la principalis-sima occupazione, quasi la vita stessa del popolo fiorentino, che ora poteva dirsi davvero un popolo di banchieri e di mercanti. Ed a tutto questo s'aggiungeva, che in Firenze v' era adesso un' autorità straniera con soldati stranieri. Carlo d'Angiò direttamente, o per mezzo di suoi vicari, o di persone in altro modo da lui nominate, teneva l'ufficio del Podestà, e spesso sceglieva anche il Capitano. I Fiorentini perciò, sempre accortissimi, ristabilirono i Dodici Anziani, due per Sesto, col nome Dodici Buoni Uomini, coi quali il Podestà doveva consigliarsi. E con essi ancora, invece di 3G, un Consiglio di 100 Buoni Uomini di popolo, « senza la diliberazione dei quali nessuna grande cosa, né « spesa si poteva fare ». Con questo Consiglio, unito al Parlamento, che, di diritto almeno, a Firenze non mancò mai, noi abbiamo la ricostituzione di un governo centrale e popolare, che toglieva importanza al Podestà angioino. Può quasi dirsi un ritorno all' antica costituzione consolare, da cui erano già usciti il Podestà ed il Capitano, che si cercava ora sottomettere ad essa. Ma ciò non era tutto. Furono ripristinati i due Consigli, speciale e generale, del Podestà e del Capitano. Se non che, il Capitano del popolo che, nella costituzione del 1250, teneva il secondo posto, e sotto il dominio ghibellino sembrava quasi scomparso, adesso non solo ricomparisce, ma si cerca dargli prevalenza sul Podestà.
      Infatti, quando una legge era stata dai Dodici proposta ai Cento ed approvata, passava ai due Consigli del Capitano, e prima a quello speciale e delle Capitudini, detto anche la Credenza, che rimaneva come in antico, composto di 80 membri. Approvata la legge in questa assemblea, veniva proposta al Consiglio generale, speciale e delle Capitudini, che era di 300. Le tre votazioni si facevano di regola in un giorno solo. Nel successivo la legge veniva portata dinanzi ai due Consigli del Podestà, e prima


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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