I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      mone ad esaminare minutamente una sola, quella che prima e più di tutte divenne importante; essa ci servirà di guida e modello a comprendere lo altre.
      Nel tempo di cui noi ragioniamo, insieme con lo industrie, fiorivano in Italia le arti belle, e questo non solo giovava alla cultura nazionale, ma cominciava già a portare alle nostre manifatture il vantaggio di dar la legge del gusto in Europa. La moda partiva allora da Firenze, da Milano 1 e Venezia, come oggi viene da Parigi. Ed al buon gusto italiano l'arte di Cali/naia 2 dovette in parte la sua origine od il suo rapido incremento. Essa consisteva nel raffinare e tingere, con colori di cui i Fiorentini soli possedevano il segreto, panni forestieri, che venivano di Fiandra, di Francia o d'Inghilterra, per poi, cosi perfezionati, tornare in tutti i mercati d'Europa, col bollo dell'Arte. E questo bollo aveva una riputazione grandissima, giacché assicurava della buona qualità, e che nessuna contraffazione vi era, che la misura delle pezze era scrupolosamente esatta e verificata in Firenze. Egli è facile comprendere come i mercanti di Calimala si trovassero in molteplici relazioni con tutta l'Europa, e come i loro interessi s'estendessero ovunque era qualche progresso di civiltà e di agiato vivere. Xacque quindi, sin da antico, il bisogno di scegliere capi dell'Arto, fare Statuti, avere Consoli non solo in Città, ma anche fuori, per tutelare questi interessi. Ma ora, per le nuove riforme, essa, al pari d' ogni altra delle Arti maggiori, fu costituita addirittura come una piccola repubblica.*
      Ogni sei mesi, adunque, in giugno cioè e dicembre, si radunavano i capi di fondachi o botteghe, e questa Unione dell'Arte, che, in qualche modo, potrebbe paragonarsi a ciò
      1 Modisti, in inglese, si disse allora e si dice ora millener, da Milano.
      2 Pare che il nome derivasse dalla via dove era posta l'Arte, via che eonduceva ad un postribolo, e però Calis maìus, quasi Via mala.
      3 Uno Statuto dell'arte di Calimala, del 1332, fu pubblicato dal Giudici nell'Appendice alla sna Storia dei municipi italiani. Il D.r Filippi ne pubblicò ed illustrò uno del 1301-2, Il più antico Statuto dell' Arte di Calimala: Torino, Bocca, 1889. Gli statuti formulavano quello ehe già da un pezzo, secondo leggi speciali, esisteva.


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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