I primi due secoli della di Pasquale Villari
IL PREDOMINIO DI FIRENZE IN TOSCANA
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e facendone abbatter le torri. Nel febbraio del 1268 anḍ a Lucca, donde si mosse ad assediare il castello di Mutrone, clie prese e doṇ ai Lucchesi. E cosi aveva, con una serie di vittorie, non di molta importanza, ma pure abbaglianti e rapide, rialzato assai il nome e 1' autorità della parte guelfa, la quale aveva contribuito alla guerra, non solo coi suoi uomini, ma sostenendone tutta la spesa, con grosse e continue somme di danaro, che Carlo imperiosamente e continuamente chiedeva. Infatti, fino a tutto il febbraio del 1268, Firenze sola aveva pagato 72,000 lire, 20,000 delie quali per pigliare Poggibonsi, dove il Re non aveva poi costruito la fortezza promessa. Ma ora si levava improvviso un grido di guerra, che commoveva tutta Italia, e Carlo si vide a un tratto minacciato da un pericolo cosi imminente, che, dopo avere alquanto esitato, dovette nel marzo decidersi a tornar nel Reame per difenderlo.
IICorradino, figlio di Corrado e nipote di Federico II, era l'ultimo erede di casa sveva in Germania, e l'ultima speranza dei Ghibellini in Italia. A lui spettava per eredità il regno di Napoli, che Carlo d'Angị aveva usurpato colle armi; ed era anche ritenuto da molti futuro imjjera-tore. Giunto che fu alla età di 15 anni, si presentarono a lui molti fuorusciti di Napoli, di Sicilia, e d'altre parti d'Italia, invitandolo a riconquistare il suo regno, a sollevare la parte imperiale in Italia. Ed egli, che era d'animo precoce, pieno di ardore e di ambizione, appena che vide balenare una speranza, subito decise di passare le Alpi. Vendè i pochi beni che gli restavano, raccolse i suoi più fidi amici, mise insieme un piccolo esercito, e giunse a Verona il 20 ottobre, con 3000 cavalieri e parecchi fanti. Di là spedi a tutti i princij^i cristiani lettere, che narravano le sue sventure; le ingiurie ricevute per le usurpazioni di Carlo d'Angị, per l'odio di papa Urbano IV, il quale, non contento d'invitare un usurpatore francese a calpe-
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