I primi due secoli della di Pasquale Villari
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stare i diritti dell'Impero, aveva ancora scomunicato i legittimi eredi dell'Impero stesso. E papa Clemente, in risposta, rinnovava ora la scomunica contro Corradino ; mandava per tutto lettere violenti, velenose contro di lui; sollecitava Carlo, che ancora se ne stava in Toscana ad aspettare ivi la battaglia, perché andasse a difendere il suo Reame dai pericoli imminenti. Infatti la cospirazione ghibellina si estendeva adesso in tutta Italia. Pisa e Siena sollevavano l'animo a grandi speranze, le città di Romagna, le città del Napoletano, quelle soprattutto della Sicilia, si ribellarono contro di lui. Nell'aprile del 1268 Corradino era già a Pisa, col suo esercito, che s'andava aumentando per l'accorrere di molti partigiani, sebbene la mancanza di danari avesse fatto tornare a casa parecchi Tedeschi. Carlo era già tornato nel Reame, per apparecchiarsi alla difesa, ed intanto assediava Lucerà, dove i Saraceni di Manfredi avevano innalzato la bandiera di Corradino, che era pronto a partire, senza neppur fermarsi in Toscana ad incoraggiare le città che si sollevavano in suo favore. Pisa e Siena erano apertamente per lui; Poggibonsi si ribellò subito dai Fiorentini ; altre terre s'apparecchiavano a far lo stesso. Intanto i soldati tedeschi s' avviarono subito verso Roma, dove il senatore Errico di Castiglia li attendeva. I Francesi, che erano in Firenze, uscirono per chiuder loro la via, e furono invece respinti con gravissime pei'dite, il che dette nuovo animo a Corradino ed ai suoi.
Ma la battaglia di Tagliacozzo, seguita il 23 d'agosto 1268, presso le rive del Salto, doveva decidere il suo fato. Dapprima l'esercito di Carlo, inferiore di numero, pareva disfatto, a segno tale che i Tedeschi già si davano da ogni lato ad inseguirlo. Ma quando s'erano sbandati, inseguendo e saccheggiando, Carlo, che s' era nascosto con una riserva di 800 cavalieri, piombò loro addosso, e la vittoria improvvisamente fu sua. La sera stessa, frenetico di gioia, annunziò il fatto al Papa, non meno di lui esultante. Inaudite furono le crudeltà commesse contro i prigionieri, amputati, decapitati, bruciati vivi. Corradino, con circa 500
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