I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      IL PREDOMINIO DI FIRENZE IN TOSCANA
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      eie' suoi, in compagnia di Arrigo d'Austria, Galvano Lancia, il conte Gherardo Donoratico di Pisa, ed altri fidi, s'avviò verso Roma, di dove, abbandonato dai più, dovette fuggire per la Maremma, ricoverandosi nel castello d' Astura. Ma ivi, mentre che s'apprestava ad andarsene con pochi de' suoi, sopra una barca in Sicilia, fu preso da Giovanni Frangipane signore del luogo, che lo consegnò a Carlo, e ne ebbe in premio alcuni feudi.
      Questi adesso manifestava la sua grande gioia con sempre nuove crudeltà. In Corneto, si afferma, fu vista una torre incoronata di cadaveri dei più cospicui e valorosi soldati ghibellini. Nelle città del Reame egli eccitava i più crudeli furori della plebe contro i signori, che avevano parteggiato per Corradino. E i suoi ministri gareggiarono di crudeltà in Sicilia, dove, fra le altre barbarie, si racconta che in Augusta il carnefice dovette, in un sol giorno, ammazzare tanti infelici Siciliani, che ne rimase esausto, e, a forza di vino, lo rinfrancarono per farlo continuare nel macello. Ma l'animo feroce del Re si fermò più particolarmente a decidere il destino, che voleva serbare a Corradino. Uccidere migliaia di cristiani, farli morire fra i più crudeli tormenti, era cosa per lui di poco momento; ma dinanzi ad un uomo di sangue reale ed imperiale, egli doveva esitare alquanto. Dicesi infatti che chiedesse consiglio al Papa; ma poi, senza aspettar la risposta, cercò di coonestare la sua vendetta con le forme menzognere d'un giudizio legale. Egli presumeva di trattare un rivale, cui aveva usurpato il regno, come un ribelle al legittimo sovrano , e come reo d'alto tradimento un prigioniero di guerra, che voleva render colpevole ancora di tutti gli eccessi commessi nella guerra dai soldati tedeschi. E pure, sebbene il tribunale fosse composto di persone scelte dal Re fra i nemici di casa sveva, pare che non mancasse chi difese nobilmente Corradino. Si affermò, che Guido da Suz-zara, nell' Emilia, giureconsulto al suo tempo riputato, adducesse la giovane età dell' accusato, i diritti che esso credeva d'aver sul Reame, le ragioni della guerra. Si affermò


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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