I primi due secoli della di Pasquale Villari
228 CAPITOLO QUINTOgenti, si avanzarono subito, e sebbene con forze assai minori, andarono contro i Senesi, clie accettarono la battaglia (17 giugno 1269) e furono disfatti. Il conte Guido Novello, secondo il suo solito, spari dal campo; ma Provenzano Sai-vani, non smentendo mai sé stesso, mori combattendo. La sua testa, fitta sopra un'asta, fu portata in giro pel campo, verificandosi cosi una profezia, che gli aveva detto, prima che partisse: la tua testa fiala più alta nel campo, parole che egli aveva interpretate, invece, come augurio di vittoria. I Fiorentini, che non dettero ora quartiere ai Senesi, se ne tornarono trionfanti a casa, e, credendo di avere finalmente vendicata l'ingiuria di Montaperti, cominciarono trattative di pace. E prima espressa condizione fu, che i Senesi non dovessero più ricoverare gli esuli ghibellini, i quali se ne dovettero, infatti, ben presto partire, andando d'ogni parte raminghi, per tutto inseguiti, e crudelmente trattati. I Pazzi, fra gli altri, che avevano ribellato il castello d'Ostina, furono presi e tagliati a pezzi.
Dopo un guasto, dato dai Fiorentini e Lucchesi nel contado di Pisa, che aveva, nell'aprile 1270, fatta pace con Carlo, se ne conchiuse il 2 maggio un' altra anche tra essa e Firenze, nella quale si stipularono quasi gli stessi patti e la medesima alleanza politico-commerciale che nella pace del 1256.1 In quel momento erano di Siena partiti pel Casentino, Azzolino, Neracozzo e Conticino degli Uberti, con un cavaliere Bindo dei Grifoni, che caddero subito nelle mani de' Fiorentini. Questi interrogarono re Carlo in qual modo dovessero trattarli, ed egli rispose: punirli come traditori, inviando a lui Conticino, ch'era assai giovane. Gli altri tre vennero subito decapitati per ordine del podestà Be-rardino d'Ariano (8 maggio 1270). Si narra che, avvicinandosi al patibolo, Neracozzo domandasse ad Azzolino : dove andiamo? A che l'altro avrebbe tranquillamente risposto: a pagare un debito che ci lasciarono i nostri padri. Conticino mori nelle prigioni di Capua. Tutto ciò dimostra chiaramente
1 Ammirato, I, 2g2; Delizie degli Eruditi, IX, pag. 41.
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