I primi due secoli della di Pasquale Villari
IL PREDOMINIO DI FIRENZE IN TOSCANA
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quanto grande fosse divenuta l'autorità di Carlo nella Repubblica. Ma i Fiorentini tolleravano ogni cosa, pur di arrivare col suo aiuto a rendersi temuti in Toscana, ed a rialzare in essa il nome del partito guelfo, nel che si può dire che erano già riusciti. Tutta Toscana era infatti ridotta al partito guelfo ; le antiche e le nuove ingiurie erano vendicate. Disfecero adesso anche il castello di Pian di Mezzo in Val d'Arno, e le mura di Poggibonsi.
Nello stesso tempo era però cresciuta la potenza, e s'era resa temibile l'autorità degli Angioini. Carlo, sicuro padrone del reame di Napoli; nominato dai Papi, durante l'interregno, Senatore di Roma e Vicario, non solo in Toscana, ma anche in Romagna, aveva, nel rendere potente il partito guelfo, reso più potente assai ancora sé stesso. Si vedeva chiaro, che già balenava in lui l'ambizione di farsi signore d'Italia, ed ai Fiorentini cominciava perciò a puzzare quel suo inframmettersi per tutto; quel tenere in ogni Comune i suoi Podestà, che in suo nome e sotto la sua autorità, comandavano e condannavano. E quasi ciò non bastasse, vi doveva essere in Toscana ancora un Maresciallo o Vicario del Re, che insieme cogli altri vessava le città con domande sempre insistenti e minacciose di nuovi danari. Ma più di tutti s'ingelosiva ora anche la Corte di Roma. I Papi avevan chiamato gli Angioini ad abbassare la potenza degli Svevi, non tanto perché questi erano ghibellini e quegli guelfi; quanto perché gli Svevi avevano avuta quella medesima ambizione, che ora cominciava a nascere anche nell' animo di Carlo. V' erano dunque le stesse ragioni per combatterlo. Niccolò Machiavelli ha più volte ripetuto, che i papi « temevano sempre colui, la cui potenza era divenuta grande in Italia, ancora che la fosse « con i favori della Chiesa esercitata. E perché e' cercavano « di abbassarla, ne nascevano gli spessi tumulti e le spesse « variazioni, che in questa seguivano, perché la paura di « un potente faceva crescere un debole, e cresciuto che gli « era, temere, e temuto, cercare di abbassarlo. Questo fece « torre il governo di mano a Manfredi e concederlo a Carlo,
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