I primi due secoli della di Pasquale Villari
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Gregorio X aveva convocato • pel 1274 un Concilio in Lione, a fine cT indurre i Cristiani a combattere gì' infedeli; passò, nel suo viaggio, per Firenze, dove arrivò il 18 giugno 1278, e vi si fermò appunto, cosi egli affermava, per farvi la pace generale. Veniva con tutto il seguito dei cardinali e prelati : con 1' imperatore di Costantinopoli, Baldovino II, clie sollecitava il soccorso dei Cristiani contro gl' infedeli, con re Carlo d'Angiò, che ili segno di onore e d'ossequio, diceva di non voler lasciar solo il Papa ili Firenze. E questi trovando assai lieta una tale dimora, decideva di passarvi la state. Il 2 di luglio era il giorno fissato per la gran pace tra Guelfi e Ghibellini, ed i sindachi degli uni e degli altri erano in Città. Sul greto dell'Arno, in gran parte asciutto, presso al Ponte alle Grazie, furono costruiti palchi di legno, sui quali salirono a sedere il Papa, T imperatore Baldovino e Carlo d' Angiò. In presenza d'una gran moltitudine ivi accorsa, fu dato il giuramento di pace ; i sindachi si baciarono ; il Papa pronunziò la sua benedizione, minacciando la scomunica contro chiunque osasse violare il giuramento. Furono dati ostaggi, ceduti castelli dall'una e dall'altra parte, in pegno della giurata fede. Tutto pareva che fosse seguito secondo le benevole intenzioni del Santo Padre, il quale aveva preso alloggio nel palazzo dei Mozzi suoi banchieri. Baldovino abitava al Vescovado, e Carlo in alcune case nel giardino de' Frescobaldi. Altro non restava che darsi bel tempo in Firenze, aspettando il ritorno dei Ghibellini per festeggiarli. Ma ad un tratto si seppe, che i sindachi dei Ghibellini, invece di eseguire le ultime clausole della pace, s'erano dati a precipitosa fuga. E la ragione di ciò si disse èssere stata, che il vicario di Carlo aveva fatto loro intendere, che se non partivano subito, egli li avrebbe, a richiesta dei Grandi guelfi, fatti tagliare a pezzi. Il Papa allora se ne parti senz'altro pel Mugello, assai adirato, non solo contro il Ile, ma più ancora contro i Fiorentini, che si dimostravano indifferenti a tutta questa commedia, e lasciò la Città interdetta pel giuramento violato.
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