I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      diante accordi coi quali voleva salvare i suoi possessi. Ma gli Aretini seppero costringerlo a restar fermo nel proprio partito. Il 1.° di giugno 1288 1' esercito della Lega guelfa si mise in moto. Erano nobili, popolani d'ogni parte di Toscana, insieme con gente assoldata, formando in tutto 2,600 cavalieri e 12,000 pedoni. Restarono ventidue giorni in campo, assediando e disfacendo tra grandi e piccoli, più di 40 castelli degli Aretini; ma poi sopravvenne una tempesta clie pose il campo in tanto disordino da costringerli a ritirarsi. Avevano, in segno di disprezzo, corso un pallio sotto le mura d'Arezzo, nominandovi 12 cavalieri di corredo; ma poi, levato il campo, se ne tornarono a Firenze, senza avere abbattuto né scemato l'ardire del nemico. Ed infatti, quando i Senesi si separarono per tornarsene a casa, furono presi in un agguato, e rotti pienamente.
      Nell'agosto i Fiorentini, insieme con Nino di Gallura, esule guelfo di Pisa, fecero scorrerie nel contado pisano, pigliando il castello d'Asciano, e nel settembre corsero contro gli Aretini, che avevano messo insieme un esercito di 700 cavalli e 8,000 pedoni. Ma non vi fu battaglia, perché i nemici si ritirarono, lasciando che i Fiorentini guastassero le loro campagne, andando poi essi in principio del 1289 a guastare il contado fiorentino, ed arrivando fin presso a S. Donato. Erano più o meno grosse scaramucce, che facevano prevedere una guerra maggiore.
      Da ogni lato s'armava adesso in Toscana. I Pisani eleggevano a loro capitano il conte Guido da Montefeltro, che aveva acquistato grandissima reputazione nello scontro vittorioso avuto a Forlì contro i Francesi di Carlo d'Angiò. Egli era veramente uno dei più valorosi soldati del tempo, e giunto che fu a Pisa, riordinò subito le milizie, creò una nuova fanteria leggiera di tre mila balestrieri, che potè resistere con onore a quella cavalleria pesante, tenuta allora la forza principale degli eserciti. Da un altro lato anche gli Aretini s'armarono sempre di più, in modo che, quando Carlo II d'Angiò passò da Firenze, per andare ad incoronarsi in Napoli, i Fiorentini, dovettero accompagnarlo con i loro


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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