I primi due secoli della di Pasquale Villari
278 CAP. SESTO — IL COMMERCIO E LA POLITICAstocrazia feudale e salirono ai più alti onori ; ma l'agricoltore, sebbene fosse in Toscana trattato assai meglio che altrove, rimase pur lungamente attaccato alla gleba, e non ebbe mai i diritti di cittadinanza. Da questo solo fatto si può immaginare il resto. Tutte le leggi, tutti i provvedimenti che ri-sguardano l'industria sono pieni di senno e di preveggenza; tutti quelli che risguardano 1' agricoltura sembrano dettati dal pregiudizio o dalla gelosia. In Toscana s'aggiungeva poi, per ciò che s' attiene alla pastorizia e quindi all' industria della lana, un paese montuoso, in cui allignano la vite e l'ulivo, vi si produce buonissimo grano, ma difettano i prati naturali o artificiali. Migliorare la qualità della lana, e crescerne la produzione, era dunque una impresa difficile assai. Onde è che i Fiorentini arrivarono subito a fare quei tessuti di lana, che chiamavano pignolciti, schiavini, villaneschi ; ma con questi panni, i cui nomi indicano abbastanza la loro qualità, non potevano fare che un commercio assai ristretto, nel contado o poco lungi dai confini della Repubblica. E quando volevano migliorarli, allora incominciavano le gravi difficoltà. Provarsi a lavorare tessuti fini con lana grossa, era un'impresa che non poteva metter conto per nessun verso; far venire lana forestiera da lontani paesi, non era facile nei tempi in cui l'industria ed il commercio erano ancora in sul nascere : la spesa del trasporto avrebbe mangiato il guadagno. Eppure fu nel superare tutte queste gravi difficoltà, che i Fiorentini cominciarono a dar le prime prove del loro genio industriale.
Nella Fiandra, nell' Olanda e nel Brabante la lana era d'assai migliore qualità, e 1' arte di tesserla v' è cosi antica, che la sua origine, come quella dei tessuti di lino nella Germania settentrionale, si perde quasi nei tempi che si possono chiamare anti-storici. Se non che, nonostante la buona qualità della materia prima, questi panni erano assai grossolani, e venivano in commercio intonsi, non raffinati, tinti con colori di pessimo gusto e poco duraturi. Pensarono allora i mercanti fiorentini di portarli a Firenze, per raffinarli e tingerli. Cosi nacque 1' arte di Galimala
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