I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      DELLE ARTI MAGGIORI IN FIRENZE 283
      a proprio vantaggio, e gli Statuti avevano mille inscrizioni dettate da questa cieca gelosia. Per tali ragioni i Fiorentini, seguendo il sistema di fare essi i lavori più fini e lucrosi, avevano aperto fabbriche pei lavori più grossolani e di preparazione, là dove si trovavano le migliori lane, in Olanda, cioè, nel Brabante, nella Francia e nell'Inghilterra. Ed anche in queste fabbriche avevano cura, che la parte più intelligente e lucrosa del lavoro fosse condotta sempre da braccia fiorentine. Nelle loro cronache troviamo, che essi tenevano allora sugli stranieri quel linguaggio medesimo, che gli stranieri tengono oggi su di noi: deridevano l'inerzia e la dappocaggine dei settentrionali, che in propria casa si lasciavano strappar di mano il guadagno. Ma un tale stato di rose non poteva durare a lungo. Fino da tempi assai antichi i Fiamminghi s'erano dimostrati sempre uomini industriosi ; i Francesi e gl' Inglesi, ben presto non furon da meno. A poco a poco essi aprirono gli occhi, ed i Fiorentini videro sorgere all'estero, accanto alle loro, nuove fabbriche, che cominciavano ad emularli, e si dovettero accorgere, che, contro ogni loro desiderio, avevano diffusa fra gli stranieri l'arte di cui volevano far monopolio. Né ciò era tutto. Una volta scaltriti, gli stranieri cercarono d'impedire 1' estrazione delle loro lane, dei loro panni intonsi, o sia non ancora raffinati ; e cosi, sin dalla fine del xv secolo, cominciò a fare Arrigo VII d'Inghilterra. Allora fu inevitabile la decadenza delle Arti della Lana e di Calimala in Firenze. Fortunatamente però, prima che ciò avvenisse, già l'industria della seta aveva preso nel commercio fiorentino quella importanza che le altre due andavano perdendo.
      Ognuno conosce come il lavoro della seta, antichissimo in Oriente, sia cominciato assai tardi in Occidente. I Romani ricevevano dalla Persia, dall'India e dalla China alcuni drappi di seta, che pagavano a carissimo prezzo; conoscevano alcuni bruchi, col bozzolo de' quali facevano tessuti molto pregiati; ma il baco da seta restò ignoto in Italia fino al Medio Evo assai inoltrato, e la storia della sua introduzione in


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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