I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      290 CAP. SESTO — IL COMMERCIO E LA POLITICAquattro volte più di quello clie vale oggi. In ogni modo il fiorino o zecchino, come lo chiamarono più tardi, vale circa 12 delle nostre lire. Resta però sempre incertissima la differenza nel valore dell' oro. Quando poi gli scrittori antichi ci parlano di lire, è necessario ricordarsi che esse mutavano sempre, e che non si può fare un calcolo neppure approssimativo, se non sappiamo di quale anno si discorre.
      Ma tornando ora all'Arte del cambio, dobbiamo ricordare ciò che più volte dicemmo, e cioè che, oltre le estese relazioni commerciali, gli accorti provvedimenti della Repubblica e Y attività singolare dei cittadini, v' era un' altra condizione che contribuì moltissimo al rapido incremento dei banchieri fiorentini, e questa fu la loro vicinanza a Roma. Le rendite della Santa Sede e de' suoi prelati, sparse per tutta la Cristianità, da ogni dove affluivano nella Città Eterna. Ivi erano i grandi prelati, vescovi e cardinali, i cui ricchi benefìzi si trovavano in Oriente ed in Occidente; ivi da ogni parte della terra conosciuta arrivavano l'obolo di S. Pietro e le offerte dei credenti, ricchissime in un tempo di fede e di fanatismo religioso. I Fiorentini col loro grande acume, s'avvidero subito, che il divenire banchieri del Papa era un grosso affare: la più gran quantità di capitali circolanti nel mondo, sarebbe passata per loro mani. Ed a questo scopo rivolsero, fin dal principio, tutta quanta la loro tenace volontà. Se noi li vediamo in condizioni, in tempi diversissimi, restar sempre guelfi, e ritener questo nome ancora quando aveva perduto il suo significato, dobbiamo non solo alle ragioni politiche, ma anche alle ragioni commerciali dare non piccolo peso. Trovandosi nel centro d'Italia, vicini a Roma, essi dovevano lottare principalmente con i Senesi ancora più vicini alla Eterna Città. Perciò li vediamo subito in guerra e gelosia con questi, che furono poi vinti dalle armi e dalle relazioni molto più estese del commercio fiorentino. Dalle lettere di Gregorio IX si vede, che sin dal 1233 i Toscani rimettevano al Papa danari da più parti del mondo; e a poco a poco il monopolio di questi affari s'andò restringendo


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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