I primi due secoli della di Pasquale Villari
DELLE ARTI MAGGIORI IN FIRENZE
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Veneti, Genovesi e Pisani. Le loro navi solcarono in ogni direzione l'Arcipelago, il Bosforo ed il Mar Nero. L'italiano era parlato in tutti gli scali ci' Oriente, dove non vi erano solo banchi, officine, opifėci italiani ; ma si ritrovava l'architettura di Genova e di Venezia in cittā fondate ed abitate da soli Italiani, come 1' architettura italiana, massime la veneta, si modificava, pigliando ispirazione dalla orientale. Grandissimo era il numero dei Genovesi che si trovava colā. E per dare un' idea della forza che i Veneti avevano sul mare, basti ricordare che nella Crociata del 1202, essi avevano apparecchiato un naviglio capace di condurre 4,500 cavalieri, 9,000 scudieri, 30,000 fanti, e viveri per nove mesi. Le loro galee, non mai pių corte di 80 piedi, arrivavano a 110 di lunghezza e 70 di larghezza, ed erano 45 nel sec. xv, con 11,000 marinai. Avevano inoltre nello stesso tempo 3,000 legni fra le 10 e le cento botti, con 17,000 marinai, e 300 navi grosse con altri 8,000 marinai. In tutto 3,345 legni, con 36,000 marinai, 1 potenza che passa i limiti dell' immaginazione, quando si pensa, che la Serenissima Repubblica veneta era una cittā fondata sugli scogli della laguna; che tutto l'indirizzo della sua politica e del suo commercio era nelle mani di coloro solamente che erano nati nei confini della medesima laguna. S'immagini, che cosa dovesse poi essere la potenza riunita di tutte queste repubbliche di mare, e che animo dovessero avere i Fiorentini, quando gareggiavano cosi ostinatamente con esse per il commercio dell'Oriente.
Prima ci5 avere una sola galea sul mare, essi avevano giā molte case e banchi per ogni dove, ed in tutti gli scali principali d' Oriente avevano fatto penetrare le loro mercanzie. Non solamente li troviamo operosi ed intraprendenti alla Tana, ove facevano grandissimo traffico; ma di lā si spinsero assai oltre, ed il Pegolotti ci descrive per filo e per segno la via che tenevano, il tempo che impie-
1 Vedi il discorso di Tommaso Mocenigo, tante volte stampato dai cronisti e dagli storici; Pagnixi, Dellu Decima, voi. Il, pag. 7, o seg.; RoMAā'lX, Storia documentata di Venezia, voi. II, pag. 15G-7.
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