I primi due secoli della di Pasquale Villari
298 CAP. SESTO — IL COMMERCIO E LA POLITICAgavano, ed il loro modo di viaggiare. Andavano, egli dice, per Astracan (Gittarchan), poi Saracanco (Sarai) presso il Volga, di là per Organci nel Zagataio,1 non molto lungi dal Caspio, e traversando l'Asia, per molti altri luoghi, i cui nomi non sono riconoscibili, perché non rispondono più a quelli di oggi, arrivavano fino a Gainbaluc o Garnalecco, la città mastra della China, cioè Pechino. Impiegavano otto o dieci mesi, per andar dalla Tana a Pechino. Cosi computando andata, ritorno e dimora, ci volevano poco meno di due anni ; e se poi s'aggiungono l'andata ed il ritorno da Porto Pisano o Livorno alla Tana, si vedrà che il Fiorentino il quale si partiva di sua casa per Pechino, di rado tornava prima che fossero scorsi tre anni. 2
A misura che questi traffici nell' Oriente, condotti con tanta e cosi tenace perseveranza, crescevano fra mille difficoltà, i Fiorentini miravano sempre al mare, senza mai perder di vista l'assoluta necessità di avere un porto. E quando finalmente, colla presa di Pisa nel 1406, lo scopo -dei lunghi desideri fu raggiunto, incominciò un' èra novella pel loro commercio. Tutti gli affari aumentarono rapidissimamente, e la prima metà del secolo xv fu quella appunto, in cui essi accumularono le maggiori ricchezze. Nel 1421 crearono i Consoli di mare, dando loro ordine di costruire subito due grosse galee di mercato e sei sottili, continuando a costruirne un'altra grossa ed una sottile ogni sei mesi, per il che assegnarono la somma di 100 fiorini al mese, da prelevarsi sulle rendite dello Studio pisano. Cosi in poco tempo ebbero una marineria mercantile di 11 galee grosse e 15 sottili, che facevano continuamente, per ordine della
1 Urghauj, la principale città del Khwarezm, paese che porta ora il nome di Khyva. La nuova Urglianj, ora capitale commerciale di Khyva, è a sessanta miglia dall' antica.
2 Balducci Pegolotti nel Pagnini. Un lavoro importantissimo fu pubblicato dal sig. IL Yule, colonnello del genio inglese in India; esso ha per titolo : Cathay and the irai/ thither, being a collection of medieval notices of China (London, priuted for the Hakluyt Societj-, 18GC), e contiene una serie di documenti tradotti dall1 autore, che lungamente viaggiò e dimorò in Oriente, preceduti da una sua dotta dissertazione.
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