I primi due secoli della di Pasquale Villari

Pagina (312/327)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      306
      CAP. SESTO — IL COMMERCIO E LA POLITICAcontro il lusso delle donne ; che vietavano gli ornamenti d'oro e d'argento; che nelle feste e nei conviti per nozze, proibivano ogni lauta spesa; che presumevano di limitare perfino il numero e la varietà delle vivande, e non volevano nei conviti vasellame d'oro o argento; ma erano poi prontissimi a gettar milioni per fare la guerra ai Pisani, al re di Napoli, ai Visconti di Milano, o anche per avere una chiesa, un Console di più a Caffa o a Pera. Questa diversità di umori generava odio di parte. Né è da tacersi, che fra coloro che pili aspramente si lamentavano delle Arti maggiori, v' erano le donne fiorentine, come suole avvenire, nemiche della guerra ed amiche del lusso, il quale esse non volevano ristretto da leggi, che trovavano vessatorie, ma che sapevano eludere con indicibile scaltrezza.1
      E ben facile intendere l'opportunità che si presentava ai Grandi di soffiare in queste passioni, per trovar favore nel popolo minuto. Essi non esercitavano alcuna industria,
      1 Franco Sacchetti racconta, come nel tempo in cui egli era al governo della Repubblica, i magistrati non riuscivano mai a far rispettar le leggi contro il lusso. Uno di essi, che venne di ciò aspramente rimproverato, e fu per essere dimesso d'ufficio, ecco in che modo descriveva le arti, con cui le donne fiorentine eludevano le leggi:
      « Signori miei, io ho tutto il tempo della vita mia studiato per apparar «ragione; e ora, quando io credea sapere qualche cosa, trovo che so nulla; « perocché cercando degli ornamenti divietati alle vostre donne, per gli « ordini che in' avete dati, sifatti argomenti non trovai mai in alcuna legge, « come sono quelli che elle fanno; e fra gli altri ve ne voglio citare alcuni. « E' si truova una donna col becchetto frastagliato, avvolto sopra il cappuccio; il notaio dice: — Ditemi il nome vostro, perocché avete il becchetto « intagliato. — La buona donna piglia questo becchetto, che è applicato al « cappuccio cou uno spillo, e recaselo in mano, e dice eh' egli è una ghirlanda. Ora va più oltre; truovo molti bottoni portar dinanzi. Dicesi a quella « che è trovata: — Questi bottoni, voi non potete portare; — e quella risponde: « Messcr si, posso, che questi non sono bottoni, ma sono coppelle; e se non « mi credete, guardate, e' non hanno picciuolo, e ancora non e' è niuno occhicllo. — Va il notaio all'altra che porta gli ermellini, e dice: Che potrà «apporre costei? — Voi portate gli ermellini. — E la vuole scrivere. La « donna dice: — Non iscrivete uo, che questi non sono ermellini, anzi sono « lattizzi. — Dice il notaio: — Che cosa è questo lattizzo? — E la donna
      « risponde: — È una bestia........Dice uno de' Signori: Noi abbiamo tolto a
      « contendere col muro. Dice un altro: Me' faremo attendere ai fatti che importano più ». (Novella 137).


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

Pagina (312/327)






Pisani Napoli Visconti Milano Console Caffa Pera Arti Grandi Sacchetti Repubblica Novella