I primi due secoli della di Pasquale Villari

Pagina (320/327)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      320 CAP. SESTO — IL COMMERCIO E LA POLITICAMa quello che più di tutto importa qui notare si è, che anche la conquista di nuovi territori, divenuta ,pur tanto necessaria alla Repubblica, cominciava ad essere un pericolo grave, una sorgente di future calamità. Il Comune italiano era stato nel Medio Evo causa feconda di progresso; ma quando il suo contado si cominciò ad ingrandire, esso si dimostrò affatto impotente, se non mutava radicalmente la sua costituzione, a trasformar la libera città in quello che noi oggi chiamiamo lo Stato. Infatti anche a Firenze, che fu il più democratico dei nostri Comuni, la cittadinanza era tutta dentro la cerchia delle mura. Si fecero leggi per abolire la servitù nel contado, per migliorarne le condizioni; ma non si pensò mai a concedere i diritti politici agli abitanti di esso. Il nome di cittadino restò sempre come un privilegio concesso solamente ad una minoranza, e la plebe non l'ottenne mai neppur dentro le mura. Ogni volta che una nuova città veniva conquistata e sottomessa alla Repubblica, essa era governata con maggiore o minore durezza; le lasciavano più o meno franchigie locali; potevano anche concederle che continuasse a ritenere una forma repubblicana, sotto gli ordini di un Podestà, d'un Capitano o d'un Commissario, pagando le gravezze che volevano imporle; ma i suoi abitanti non erano mai ammessi ai diritti della cittadinanza fiorentina, né i loro rappresentanti entravano mai nei Consigli o negli uffici politici in Firenze. Quindi, a misura che le conquiste crescevano, quel nucleo di cittadini che teneva in mano il governo, e che era già una minoranza, si trovava in una proporzione sempre minore verso le popolazioni, ogni giorno più numerose, che doveva governare. Nelle idee dei Fiorentini come di tutti quanti i repubblicani del Medio Evo, non entrò mai il pensiero d'uno Stato governato nell' interesse di tutti. L'interesse e la grandezza di Firenze erano, invece, la sola norma costante, lo scopo a cui ogni cosa doveva essere sottomessa. Né quel popolo minuto e quella plebe, che per sé chiedevano sempre maggiori libertà, avevano in tutto ciò principi più larghi o diversi. Anzi le loro idee, aggiran-


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

Pagina (320/327)






Repubblica Comune Medio Evo Stato Firenze Comuni Repubblica Podestà Capitano Commissario Consigli Firenze Fiorentini Medio Evo Stato Firenze